Pubblicato il 31 Ottobre 2024
Quali sono le caratteristiche di una PMI: dai dipendenti al fatturato, dalle agevolazioni agli obblighi. Scopriamo insieme la definizione di piccola media impresa, le sue caratteristiche e gli aiuti che può avere a disposizione.
PMI è l’acronimo usato per definire la piccola e media impresa: questa forma aziendale ha un ruolo fondamentale nel tessuto economico italiano. Infatti, sono il cuore del sistema: si pensi che nel 2020 in Italia esistevano 148.531 aziende in totale. Di queste, 123.495 erano di piccole dimensioni, mentre 25.036 di medie dimensioni.
Ma quali sono le caratteristiche di una piccola e media impresa e i contributi disponibili per farla nascere e crescere? Dal fatturato delle piccole e medie imprese fino alle agevolazioni per PMI, andiamo alla scoperta di questo argomento tanto contorto quanto prezioso per l’economia italiana.
Definizione di piccola media impresa e caratteristiche
Partire dalla definizione di piccola media impresa ci aiuta a capire meglio il suo funzionamento.
Solitamente, la classificazione delle imprese le suddivide in piccole, medie e grandi. Per definire quelle piccole e medie, ci si deve affidare alla definizione data dalla Commissione Europea (2003/361/CE) recepita nel nostro paese tramite il Decreto Ministeriale del 18 aprile 2005. È proprio in questo testo, infatti, che è chiara la definizione di piccola e media impresa.
Innanzitutto, le due tipologie di impresa si differenziano per fatturato e numero dipendenti, ovvero Unità Lavorative all’Anno (ULA):
- Piccola impresa – numero dipendenti: meno di 50 – fatturato: inferiore ai 10 milioni di euro annuali oppure bilancio non superiore a 10 milioni di euro.
- Media impresa – numero dipendenti: tra i 50 e i 250 – fatturato: minore di 50 milioni di euro annuali oppure bilancio non superiore a 43 milioni di euro.
I requisiti per essere una piccola media impresa, quindi, fanno capire quanto sia fondamentale la loro presenza nel panorama economico.
A queste si aggiunge la microimpresa (MPMI):
- Dipendenti: meno di 10.
- Fatturato: meno di 2 milioni di euro annuali oppure bilancio non superiore a 2 milioni di euro.
Il numero di dipendenti rientra tra quelli assunti a tempo determinato o indeterminato, legati ad altre forme contrattuali collegati al rapporto di “dipendenza” ma anche soci e imprenditori che lavorano in azienda e che per questo percepiscono uno stipendio. Fanno eccezione i dipendenti in cassa integrazione straordinaria, lavoratori con contratto di apprendistato, lavoratori con contratto di inserimento o formazione, come i tirocinanti.
Infine, il fatturato viene considerato con l’ultimo bilancio depositato (totale dell’attivo patrimoniale). Le imprese devono essere iscritte al Registro delle Imprese della propria Camera di Commercio di riferimento e si differenziano dalle startup che hanno ulteriori specifiche caratteristiche.
Una volta chiari i requisiti della micro piccola media impresa possiamo passare a parlare di altre tipologie d’azienda connesse.
Altre tipologie di impresa: associata, collegata e autonoma
Tra le altre tipologie di impresa troviamo le seguenti: l’impresa associata e collegata fanno parte di un gruppo che unisce più imprese; l’impresa autonoma invece è singola.
L’impresa associata è un’azienda che detiene diritti di voto/un capitale del 25% o maggiore insieme ad altre imprese e forma quindi una società. L’impresa collegata si collega a un’altra impresa in diversi modi: ha la maggioranza assoluta di voti o comunque la possibilità di esercitare un’influenza dominante in un’assemblea ordinaria. Quindi ha potere decisionale all’interno del proprio gruppo. L’impresa autonoma invece non è collegata ad alcun gruppo, quindi opera in modo indipendente.
Contributi e incentivi per le PMI: quali sono
Comprendere nel dettaglio la classificazione di piccola o media impresa è importante perché permette di cogliere chi può godere e chi no degli incentivi e dei contributi statali.
La classificazione piccole e medie imprese, infatti, è molto rigida e permette vantaggi solo ed esclusivamente alle aziende che rispettano i parametri stabiliti dall’Unione Europea in termini di numero di dipendenti e fatturato o bilancio.
Per aiutare le aziende a rinascere dopo la crisi provocata dal Covid-19, le istituzioni e i diversi enti locali hanno stanziato diversi fondi. Molti di questi sono rivolti alle piccole e medie imprese. Nella sezione bandi è possibile trovare tutti gli avvisi rivolti alle aziende, suddivisi per regione.
Molti contributi sono però concessi a livello nazionale, come quelli del Mise (Ministero dello Sviluppo Economico). Ecco i principali incentivi nazionali per le PMI:
- Fondo di Garanzia per le PMI;
- Bando Digital Transformation;
- Fondo per la salvaguardia dei livelli occupazionali e la prosecuzione dell’attività di impresa;
- Patrimonializzazione PMI;
- Credito di imposta Transizione 4.0;
- Credito di imposta ricerca, sviluppo, innovazione e design;
- Credito di imposta formazione 4.0;
- Bando per incentivare l’economia circolare;
- Bonus Pubblicità;
- Fondo Crescita Sostenibile;
- Nuova Sabatini;
- Fondo Nazionale Innovazione.
Come si può notare tanti incentivi, soprattutto nell’ultimo anno, sono mirati alla trasformazione tecnologica delle PMI. Il digitale oggi rappresenta non solo un’opportunità di crescita ma una necessità fondamentale che permette alle imprese di rimanere sul mercato.
A prescindere dal settore e dalla dimensione, le aziende devono implementare nuovi strumenti innovativi sia a livello organizzativo che produttivo e devono pensare a soluzioni per incrementare la propria visibilità e raggiungere sempre più clienti: mirare ad una presenza online sempre più forte e costante è ormai cruciale. Gli aiuti alle piccole medie imprese non mancano, ora tocca alle aziende trovare un modo per usufruirne e crescere.
Ricorda che se sei a capo di una PMI e godi di aiuti per piccole medie imprese, puoi sempre contare su Italiaonline per la sua transizione verso il mondo digitale!