Pubblicato il 17 Agosto 2021
Il MISE ha stanziato nuovi fondi per l'internazionalizzazione e l'export del Made in Italy nel mondo. Ecco come ottenere i contributi a fondo perduto
Per uscire dalla feroce crisi sanitaria ed economica molte imprese hanno abbracciato progetti di internazionalizzazione, promuovendo il Made in Italy all’estero. Il Governo sostiene tali iniziative e recentemente ha stanziato nuovi fondi per l’export. Il 31 maggio 2021 il Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) ha emanato il nuovo Decreto, che è stato poi pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 21 luglio. Al suo interno ci sono interessanti incentivi per la promozione all’estero di marchi collettivi o legati ad associazioni di categoria certificate, consorzi, cooperative e altri organismi composti da diverse realtà. Vediamo nello specifico quali sono le attività finanziate.
- Internazionalizzazione: quali incentivi per il Made in Italy
- Incentivi Made in Italy: le spese ammissibili
Internazionalizzazione: quali incentivi per il Made in Italy
Il Decreto del MISE finanzia tutte le iniziative mirate a promuovere il Made in Italy nel mondo, in particolare sostiene le aziende, associazioni, cooperative e simili che vogliono partecipare presentando i prodotti prodotti e servizi a eventi di diverso tipo: fiere di settore internazionali, saloni, congressi e workshop, eventi collaterali a tali manifestazioni, ma anche incontri face-to-face e bilaterali con associazioni e aziende estere, ma anche partecipazione a seminari, organizzati in Italia o all’estero con operatori internazionali di settore, creazione di comunità internazionali a sostegno dei brand.
Le aziende che hanno specifici requisiti specificati nel Regolamento possono richiedere l’incentivo e ottenere così un contributo a fondo perduto corrispondente al 70% delle spese sostenute fino a un contributo massimo di 150 mila euro.
Incentivi Made in Italy: le spese ammissibili
Il bonus si ottiene presentando la documentazione relativa alle spese sostenute, tra queste troviamo: le quote di partecipazione, allestimento dello stand presso le fiere e nei saloni in Italia e all’estero, le spese di organizzazione dei webinar, quelle di traduzione, interpretariato, ma anche tutti i costi relativi al noleggio delle attrezzature e degli strumenti che servono in quel contesto. Inoltre, sono ammesse anche le spese relative allo sviluppo di siti web, traduzioni del sito in altre lingue, materiale informativo, come opuscoli e brochure, spot e promozione online. Sono incluse anche le spese sostenute per pagare testimonial e influencer: insomma il MISE sostiene l’attività di internazionalizzazione a 360°.
Le modalità per presentare la domanda non sono ancora state chiarite, occorre attendere il provvedimento del direttore generale per la tutela della proprietà industriale – Ufficio italiano brevetti e marchi.
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