Pubblicato il 08 Marzo 2020
Vuoi avviare o far crescere la tua nuova azienda? Esistono due tipi di percorso che puoi intraprendere: scopri le differenze
Far crescer il proprio progetto imprenditoriale quando si è molto giovani è difficile. Soprattutto in un mercato bloccato come quello italiano. Fortunatamente esistono dei luoghi che aiutano i ragazzi a dar vita alle loro idee e a trasformarle in startup innovative. Questi luoghi sono gli incubatori di impresa e gli acceleratori di startup. Si sente sempre più spesso parlare di queste due realtà, ma nessuno conosce le caratteristiche e le differenze tra incubatore e acceleratore di startup.
Molti li credono sinonimi e finiscono per sbagliare. In realtà, ogni concetto ha le sue peculiarità. Comprenderne le differenze permette di scegliere il tipo di percorso più adatto alle proprie esigenze. Infatti, entrambi nascono per aiutare le startup e le aziende innovative, ma lo fanno in momenti differenti della vita dell’impresa. Se l’incubatore di startup è il luogo ideale per giovani neolaureati o per professionisti che devono ancora sviluppare la loro idea di business, l’acceleratore è pensato per le startup che già esistono e che hanno bisogno di aiuto per far decollare il loro progetto. Diversi sono anche i servizi che offrono le due entità, così come i costi. Ecco quali sono le principali differenze tra un incubatore di imprese e un acceleratore di startup.
Cosa caratterizza un incubatore di startup?
Per spiegare cosa è un incubatore di startup, possiamo prendere in prestito un’espressione molto simile appartenente al gergo medico. Parliamo cioè dell’incubazione influenzale: il periodo che intercorre tra la penetrazione di un batterio nell’organismo umano e la comparsa dei sintomi. Si tratta del momento preliminare, dove il germe trova l’ambiente ideale per instaurarsi e crescere.
Se ci pensiamo bene, un incubatore di startup ha un ruolo molto simile: naturalmente qui non parliamo di germi, batteri e sintomi, ma di imprese, consulenti e programmi di crescita. L’incubatore aiuta giovani con idee interessanti a dar forma al loro progetto mettendo a disposizione gli strumenti, le competenze e tutte le risorse necessarie. Il periodo di incubazione varia a seconda della startup, ma difficilmente dura più di 36 mesi. Superato questo limite, la startup deve trasformarsi in un’azienda vera e propria in grado di produrre utili e attrarre nuovi capitali.
Cosa offre un incubatore a una startup? Oltre a un luogo fisico dove tenere le riunioni e lavorare quotidianamente, un incubatore mette a disposizione servizi che vanno dalla formazione, alla mentorship fino alla realizzazione di un business plan. Gli incubatori sono molto utili anche per rispondere a bandi e finanziamenti per accedere al credito. Gli incubatori non sono gratuiti, ma prevedono il pagamento di una fee mensile (una sorta di affitto) oppure la cessione di quote della nascente startup. Non è raro trovare incubatori gratuiti sostenuti da fondi pubblici.
Che cosa è un acceleratore di startup
In una linea temporale che collega l’idea iniziale al primo fatturato in attivo della società, la fase dell’acceleratore di startup arriva successivamente a quella dell’incubatore. Un’azienda uscita dalla fase dell’incubazione, può entrare in quella dell’accelerazione per iniziare a diventare una protagonista del mercato. Per questo motivo gli acceleratori sono pensati per startup o aziende già avviate, con un business model ben definito e con dipendenti che lavorano ogni giorno alla buona riuscita del progetto.
Per entrare a far parte di un acceleratore di startup si deve avere un prodotto o un servizio già ben definito e che sia veramente disruptive. I servizi offerti da un acceleratore sono per certi versi simili a quelli dell’incubatore, ma focalizzati appositamente sulla crescita e sulla conquista del mercato. Solitamente i programmi degli acceleratori di startup hanno una durata inferiore rispetto a quelli degli incubatori: nel giro di pochi mesi si deve riuscire a completare il proprio progetto.
Essendo delle aziende vere e proprie, gli acceleratori di startup sono profit oriented. Questo vuol dire che per usufruire dei servizi messi a disposizione è necessario pagare. Il metodo più utilizzato è quello dell’equity: l’acceleratore diventa proprietario di quote societarie e partecipa ai dividendi di fine anno, nel caso in cui il fatturato sia in attivo.
Incubatore di imprese vs acceleratore di startup: le differenze
Perché in molti utilizzano incubatore e acceleratore come se fossero dei sinonimi? All’apparenza le due realtà possono sembrare molto simili, ma in realtà nascondono delle differenze.
La più importante riguarda sicuramente la tipologia di aziende che entrano a far parte dell’incubatore e dell’acceleratore. L’incubatore è rivolto a startup che in molti casi non sono nemmeno state formate, molto spesso si accede solo con la presentazione di una buona idea. Nell’acceleratore, invece, entrano startup oramai avviate e che hanno bisogno di un aiuto per continuare a crescere. E per questo motivo la selezione è molto più agguerrita.
Differenze anche per quanto riguarda i servizi offerti. Se nell’incubatore la formazione serve per dar forma alla propria idea, nell’acceleratore si seguono veri e propri corsi di mentorship, con tutor che fungono da business angel e aiutano a trovare nuovi investitori.
Infine, l’accesso all’incubatore di imprese può anche essere gratuito, mentre l’acceleratore di startup offre servizi solo dietro pagamento.
Acceleratore di startup vs incubatore d’impresa: quale scegliere
L’incubatore è la scelta giusta per chi ha un progetto valido ma non ha ancora fondato la startup, oppure se da pochi mesi si è avviata l’azienda innovativa ma si stanno riscontrando delle difficoltà a causa della carenza di strumenti ed esperienza.
L’acceleratore risulta la miglior scelta se la startup è avviata, se il prototipo è già stato creato e distribuito sul mercato a dei tester. Inoltre l’acceleratore è la scelta ideale per chi ha bisogno di velocizzare specifici processi per ottenere un particolare investimento o rafforzare la presenza sul mercato di riferimento.