Pubblicato il 07 Marzo 2020
Il data analysti è una figura fondamentale per la crescita della tua azienda. Scopri cosa fa e quali sono le capacità che deve avere un data analyst
Il data analyst è diventata una figura sempre più importante per le aziende italiane, anche per le medio-piccole. In un mondo in cui digitalizzazione è la parola su cui basare il presente e il futuro, e i dati rappresentano il “nuovo petrolio”, emerge il ruolo dell’analista dei dati. Una figura nuova per il panorama lavorativo italiano, ma che in poco tempo ha dimostrato quanto sia importante. Non è più possibile sottrarsi alla digitalizzazione, per restare competitivi e avere un vantaggio sui competitor occorre creare dei sistemi capaci di raccogliere, organizzare e leggere i dati.
D’altro canto, avere a disposizione una mole enorme di informazioni è assolutamente inutile se non si riesce a leggerle e interpretarle adeguatamente. Il data analyst svolge proprio questo ruolo: analizza dataset e trae delle conclusioni che indirizzano le decisioni di business dell’azienda. Grazie allo studio dei dati è possibile scoprire in anticipo nuovi trend e trovare subito delle contromisure adatte. Non a caso, ultimamente si sente sempre più parlare di decisioni data-driven, cioè prese utilizzando come base di partenza l’interpretazione di dati. In questo contesto, il ruolo del data analyst è determinante. Vediamo nel dettaglio di cosa si occupa e qual è il suo ruolo nell’impresa.
Chi è il Data Analyst
Per capire cosa fa un data analyst, prima è necessario spiegare chi è. Il data analyst è un esperto nell’analizzare e interpretare i dati a sua disposizione. L’obiettivo è ottenere informazioni e capire in anticipo i trend del futuro. Il data analyst lavora a supporto delle business unit e le aiuta a prendere decisioni.
Cosa fa un Data Analyst?
Il cosiddetto analista di dati non solo ha diverse utilità all’interno dell’impresa, ma può inserirsi con successo in qualsiasi processo aziendale. Per comprendere il suo ruolo e soprattutto i dati che dovrà prendere in considerazione e analizzare bisogna partire da un obiettivo o problema specifico. Alcuni esempi:
- Si vuol lanciare un nuovo prodotto: quale è il target di riferimento? Esiste una concorrenza forte? Qual è il prezzo più indicato?
- Si vuole aprire una sede all’estero: è un buon momento? Qual è il Paese che offre maggiori opportunità? Dove si trovano i potenziali clienti?
- Occorre modificare un’offerta: come hanno reagito i clienti negli ultimi anni? Quali sono le alternative sul mercato? Qual è il miglior momento per annunciare la novità?
Il data analyst, tramite la raccolta e lettura dei dati, può aiutare il team di lavoro a dare una risposta adeguata a questo tipo di domande.
Come diventare un data analyst
Cosa si deve studiare per diventare data analyst? Negli ultimi anni in Italia sono nati i primi corsi universitari o master post-laurea per diventare data analyst. Solitamente è necessario avere una buona base di matematica e statistica per interpretare bene i dati e utilizzare i giusti algoritmi di correlazione, ma è necessario avere anche delle basi economiche per fornire alle business unit i giusti consigli.
Focus sui Big Data
Quali sono le informazioni che analizza un data analyst? I Big Data, ossia un’enorme mole di informazioni che un’azienda può raccogliere da diversi dataset o che può acquistare da terze parti. Per poter definire Big Data un corpus di informazioni è necessario che abbiano tre caratteristiche:
- Volume: i big data sono rappresentati da un’ingente quantità di informazioni;
- Velocità di acquisizione dei dati: le informazioni sono accumulate velocemente;
- Varietà: il formato dei dati è differente tra loro.
A questi 3 requisiti, se ne sono aggiunti recentemente altri 2, cioè la veridicità (i dati devono essere affidabili) e variabilità ed è per questo che oggi si preferisce parlare del Modello delle 5 V.
Dopo aver compreso cosa si intende per Big Data, bisogna trovare una soluzione per non disperderli, ma conservarli e interpretarli per raggiungere l’obiettivo aziendale impostato in partenza. Un buon analista quindi distingue i dati che possono essere utili da quelli inutili. Questi ultimi sono messi da parte (e non eliminati, naturalmente). Dopo averli raccolti, l’analista li verifica ed elimina eventuali errori. Si arriva quindi ad un database corposo e ben organizzato in base all’obiettivo.
Dalla raccolta all’analisi: perché è importante leggere i dati correttamente?
Lo studio dei dati è un’attività fondamentale, perciò ogni professionista deve avere a propria disposizione gli strumenti più adatti per intercettare eventuali trend, riconoscere pattern, correlazioni e, in generale, interpretare il dataset a disposizione. Ebbene sì, i dati comunicano, ma solo a chi ha le competenze per interpretarli correttamente.
Dopo aver interpretato i dati, il Data Analyst presenta i risultati dello studio ai responsabili dell’azienda o a chi gli ha affidato il compito. A questo punto, è fondamentale che le informazioni vengano presentate in modo chiaro e comprensibile e per farlo è possibile sfruttare grafici, tabelle, schemi e spiegazioni.
In conclusione: perché un data analyst è fondamentale per le aziende?
Il Data Analyst è una figura chiave per l’azienda perché:
- Permette di non disperdere informazioni cruciali per la crescita aziendale che altrimenti verrebbero ignorate.
- Riesce a trasformare le informazioni in database corposi e ben organizzati.
- Trasforma la lettura astratta di dati in azioni concrete.
- Aiuta a prendere decisioni specifiche utilizzando come base la lettura di dati.
Sono ancora poche le aziende che sfruttano pienamente le informazioni a propria disposizione, eppure la raccolta di dati potrebbe davvero essere determinante per sviluppare strategie, prendere decisioni e implementare modelli di business competitivi e innovativi.