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Keyword stuffing: cos’è, rischi e come evitarlo

Pubblicato il 02 Gennaio 2024

Il keyword stuffing è una pratica scorretta agli occhi di Google. Ecco in cosa consiste, cosa fare per evitarlo e perché non va sottovalutato.

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Nella realizzazione della propria strategia SEO, la ricerca delle parole chiave ha un’importanza enorme. Infatti, individuare e usare correttamente le keyword permette ad una pagina web di essere letta da Google, che la rende visibile per una specifica ricerca online, o meglio per una query, la domanda posta dall’utente al motore.

Tuttavia, non basta conoscere le parole chiave, ma è necessario usarle correttamente. Spesso, la tentazione di inserirle ovunque è forte: erroneamente si pensa che Google premi le pagine in cui la keyword è ripetuta più volte. In realtà, se si esagera si rischia di venire penalizzati per keyword stuffing. Questo errore è ricorrente nei siti gestiti in modalità “fai da te”, senza il supporto di esperti del settore.

Nei prossimi paragrafi detteremo consigli preziosi per scongiurare i danni del kw stuffing e andremo a vedere quali sono i rischi maggiori per chi incorre in questa spiacevole dinamica.

Cos’è il keyword stuffing e perché è bene conoscerlo

Stuffing” è un termine inglese che si traduce con “imbottitura” e viene usato per descrivere la farcitura del tacchino durante le feste, come il Giorno del Ringraziamento. Se applichiamo il concetto a una pagina web, troviamo che keyword stuffing è letteralmente l’imbottitura di una pagina con la keyword per cui ci si vuole posizionare.

Si potrebbe pensare che sia una tecnica lecita: più si ripete la parola e più Google sarà contento. In realtà avviene l’esatto contrario: il Google keyword stuffing è una pratica odiata dal motore di ricerca. Infatti, se fino a dieci anni fa, la SEO era caratterizzata soprattutto dall’individuazione di parole chiave e dalla loro ripetizione strategica, oggi ci sono altri elementi che influenzano il posizionamento di un sito web nel motore di ricerca. Per esempio, si può lavorare sul guest posting e più in generale sulla link building.

A partire dal mese di maggio 2021, per esempio, Google ha introdotto un nuovo algoritmo che per indicizzare i siti web tiene conto della loro usabilità, della velocità di caricamento e della stabilità del sito. Insomma, rispetto agli anni scorsi sono stati fatti numerosi passi in avanti.

Perché fare keyword stuffing può penalizzare un sito

Utilizzare fino all’ossessione una parola chiave ha pericolose ripercussioni per un sito web. Per esempio, può perdere man mano il posizionamento nella SERP di Google, e nei casi più gravi rischia addirittura di sparire totalmente dalla pagina che elenca i risultati del motore di ricerca.

Per esempio, se la persona accede a un articolo cliccando su un risultato di Google, desidera ottenere subito le informazioni cercate, ma se trova davanti a sé un muro con la stessa keyword ripetuta nel titolo dell’articolo, in quello dei paragrafi, nel testo, e magari messa in evidenza dal grassetto, si troverà sicuramente infastidita. Quindi per Google una pagina web zeppa di parole chiave è sinonimo di scarsa qualità dei contenuti, perché è palese che sia stato scritto, non per l’utente, ma per l’algoritmo.

Per tutti questi motivi, l’uso smodato di parole chiave fa parte del gruppo di tutte le pratiche negative definite come Black Hat SEO, cioè le tecniche oscure e proibite da evitare assolutamente nella propria strategia se non si vuole rischiare di sortire effetti contrari.

Come scoprire se un sito è penalizzato dal keyword stuffing

Per determinare se un sito web è penalizzato a causa dello stuffing keyword, è possibile seguire alcuni passaggi chiave per analizzare il contenuto e l’ottimizzazione delle parole chiave. Il fenomeno si verifica quando in una pagina web inserisce un’eccessiva quantità di parole chiave in modo non naturale, con l’obiettivo di manipolare i motori di ricerca. Vediamo alcuni suggerimenti su come scoprire se un sito è penalizzato per questo motivo.

Innanzitutto, esamina attentamente il contenuto del sito. Se noti una densità eccessiva di parole chiave rispetto al testo complessivo, potrebbe essere un segnale di keyword stuffing. Gli algoritmi dei motori di ricerca sono progettati per identificare il contenuto che sembra non naturale o artificiale.

Utilizza strumenti online per l’analisi SEO, come Google Search Console o altre piattaforme simili. Questi strumenti possono fornire informazioni sulle parole chiave principali per cui il sito è ottimizzato e sulla densità delle parole chiave nelle pagine. Se ci sono anomalie o un’eccessiva ripetizione di determinate parole chiave, potrebbe indicare keyword stuffing.

Esamina l’esperienza utente sul sito. Se il contenuto appare confuso o difficile da leggere a causa di parole chiave inserite in modo forzato, potrebbe influire negativamente sulla user experience. I motori di ricerca favoriscono siti con contenuto di qualità che risponde alle esigenze degli utenti.

Controlla la posizione del sito nei risultati di ricerca. Se il sito ha subito una penalizzazione per keyword stuffing, potrebbe essere relegato a posizioni inferiori nei risultati di ricerca. Monitora le posizioni delle parole chiave principali nel tempo per identificare eventuali cambiamenti significativi.

Verifica la presenza di avvisi o notifiche da parte dei motori di ricerca. Alcuni motori, come Google, possono inviare avvisi attraverso le console per webmaster indicando violazioni delle linee guida. Controlla regolarmente queste notifiche per essere consapevole di eventuali penalizzazioni.

In conclusione, identificare se un sito è penalizzato per keyword stuffing richiede un’analisi attenta del contenuto, l’utilizzo di strumenti SEO e il monitoraggio delle posizioni nei risultati di ricerca. La chiave è mantenere un approccio equilibrato nell’ottimizzazione delle parole chiave, concentrandosi sulla creazione di contenuto di qualità che soddisfi le esigenze degli utenti e rispetti le linee guida dei motori di ricerca.

Keyword stuffing: ecco come evitarlo

Naturalmente è sempre difficile tracciare una linea netta tra il numero consentito e proibito di parole chiave da usare in un contenuto, anche perché Google non fornisce la ricetta per piazzarsi ai primi posti della SERP. Sicuramente però, per evitare il keyword stuffing occorre conoscere un altro concetto, quello di Keyword Density, cioè il livello di concentrazione della parola chiave all’interno di una pagina web. In poche parole, calcola sotto forma di percentuale la frequenza con cui è ripetuta una keyword nel testo. Per fare un esempio: se una parola è ripetuta per 8 volte in un testo si farà il seguente calcolo: (8 / 50) x 100 = 16%.

Ricordiamo che la keyword density NON è un fattore di ranking ma è da considerarsi soltanto un indicatore che ci permette di capire come gestire l’inserimento di parole chiave nel testo. Anche in questo caso non esiste la percentuale perfetta, ma diciamo che secondo diverse fonti, la keyword density dovrebbe aggirarsi intorno al 5%.

Quindi, quando si scrive un testo SEO friendly, che vuole essere ben visibile su Google, occorre non incaponirsi con la stessa parola, ma utilizzare sinonimi e parole correlate. Questo permette a Google di capire ancora meglio il contenuto e migliorare l’indicizzazione.

Keyword stuffing SEO e keyword squatting: le differenze

Per keyword stuffing e keyword squatting si intendono due pratiche SEO ben diverse. Il keyword stuffing si verifica quando un sito web utilizza in modo eccessivo e non naturale una determinata parola chiave o un gruppo di parole chiave nei suoi contenuti, nella speranza di migliorare il posizionamento nei motori di ricerca. Il keyword squatting (o domain squatting), invece, si riferisce alla pratica di registrare un dominio che corrisponde a una parola chiave popolare o a un nome di marca, con l’obiettivo di sfruttare il traffico associato a quella parola chiave o brand, spesso per scopi non etici o fraudolenti.

Ora che il significato di keyword squatting e keyword stuffing è chiaro, vediamo le differenze pratiche:

  • Contenuto vs. Dominio: il keyword stuffing è legato al contenuto di una pagina web, mentre il keyword squatting riguarda la registrazione di un dominio;
  • Scopo: il keyword stuffing è mirato a manipolare gli algoritmi dei motori di ricerca attraverso la saturazione di parole chiave nei contenuti, mentre il keyword squatting mira a sfruttare un dominio correlato a una parola chiave popolare per attrarre traffico o ottenere vantaggi;
  • Violazione delle linee guida: entrambe le pratiche violano le linee guida etiche degli algoritmi dei motori di ricerca. Il keyword stuffing può portare a penalizzazioni per la qualità del contenuto, mentre il keyword squatting può essere considerato una pratica scorretta di registrazione dei domini.

In entrambi i casi, è consigliabile seguire le linee guida SEO etiche, concentrarsi sulla creazione di contenuto di qualità e sull’uso appropriato delle parole chiave per migliorare il posizionamento nei motori di ricerca in modo sostenibile e a lungo termine.

Muoversi nel mondo SEO non è facile, specialmente se non si è supportati da esperti del settore. Se necessiti di un aiuto professionale per curare al meglio il posizionamento del tuo sito sui motori di ricerca, sappi che il team di Italiaonline è pronto a guidarti.

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