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Interaction To Next Paint (INP): cos’è, cosa cambia nei CWV e come migliorarlo

Pubblicato il 12 Luglio 2024

L’Interaction To Next Paint (INP) è una metrica che consente di valutare la reattività di una risorsa in rete, evidenziando la latenza delle interazioni durante il suo intero ciclo di vita. Scopriamo come migliorarlo e cosa cambia nei Core Web Vitals.

Contenuto:

L’INP non è altro che l’acronimo di “Interaction to Next Paint”. Esso è un termine usato nel contesto delle prestazioni e dell’ottimizzazione del rendering nelle applicazioni web. Si riferisce al tempo necessario affinché un’interazione dell’utente (come un click o uno scroll) sia visualizzata sullo schermo dopo che il browser ha iniziato a processarla.

Quando un utente interagisce con una pagina web, il browser deve eseguire una serie di operazioni per rispondere a quell’interazione e aggiornare la visualizzazione della pagina.

INP – Interaction To Next Paint, rappresenta il periodo di tempo in cui il browser sta lavorando per rendere visibile la risposta all’interazione dell’utente.

Se sei a capo di una PMI o se sei un libero professionista, sappi che migliorare l’INP di un sito web è importante per garantire una risposta fluida e reattiva alle azioni degli utenti, migliorando così l’esperienza complessiva di navigazione sulle pagine in rete.

INP Core Web Vitals: cos’è e cosa cambia nei CWV

Nei Core Web Vitals (CWV), l’INP (Interaction To Next Paint) rappresenta uno dei tre indicatori chiave utilizzati per valutare le prestazioni e l’esperienza utente sui siti web.

Nel dettaglio, i CWV sono: Largest Contentful Paint (LCP) per il caricamento principale, Cumulative Layout Shift (CLS) per la stabilità visiva durante il caricamento e, appunto, l’INP, che da marzo 2024 sostituisce il vecchio First Input Delay (FID).

Google utilizza i CWV come parte del suo algoritmo di ranking per premiare i siti web che offrono un’esperienza utente ottimizzata in termini di velocità, stabilità e reattività. Ciò significa che un buon punteggio CWV, compreso un INP ridotto, può migliorare la visibilità del sito nei risultati di ricerca, aumentando il traffico organico e potenzialmente le conversioni.

L’INP è cruciale perché riflette quanto rapidamente un sito web risponde alle azioni degli utenti, influenzando direttamente la percezione di reattività e fluidità dell’interfaccia. Un INP breve indica che il sito è in grado di elaborare e rispondere prontamente alle interazioni degli utenti, migliorando così l’esperienza complessiva di navigazione.

Per ottimizzare l’INP e gli altri CWV, gli sviluppatori devono focalizzarsi sull’ottimizzazione delle prestazioni del sito, riducendo il tempo di risposta del server, minimizzando i ritardi di caricamento delle risorse e utilizzando tecniche come il preloading e l’uso efficiente del JavaScript. Ma del miglioramento dell’INP, parleremo meglio nel prossimo paragrafo.

Core web vitals INP: come migliorarlo

Per migliorare l’INP (Interaction To Next Paint) all’interno dei Core Web Vitals (CWV) e quindi per abbassarlo, è essenziale:

  • Identificare e monitorare le interazioni principali: quali interazioni degli utenti sono più frequenti e significative sul sito? Rispondere a questa domanda è cruciale. Clic su bottoni, link o elementi interattivi, potrebbero influenzare l’esperienza dell’utente;
  • Ottimizzare il tempo di risposta del server: ciò può essere ottenuto migliorando l’infrastruttura del server, ottimizzando le query al database, utilizzando caching efficace e minimizzando il carico delle risorse;
  • Ridurre il peso e l’impiego di JavaScript: necessario per renderizzare la pagina può migliorare significativamente i tempi di risposta del browser e l’INP;
  • Priorizzare il caricamento visibile: implementare tecniche come il preloading delle risorse critiche e l’ottimizzazione del CSS per il rendering progressivo aiuta a garantire che il browser mostri tempestivamente i cambiamenti visibili all’utente dopo un’interazione;
  • Minimizzare il blocco del thread principale: utilizzare il lazy loading per immagini e contenuti non visibili all’avvio, ove possibile, può migliorare l’INP mantenendo il thread principale libero;
  • Utilizzare strumenti di monitoraggio e test: strumenti come Google PageSpeed Insights, Lighthouse, e altri strumenti di monitoraggio delle prestazioni per identificare i punti critici che influenzano l’INP. Eseguire test regolari per valutare l’andamento delle prestazioni e l’impatto delle ottimizzazioni implementate;
  • Coinvolgere gli sviluppatori e il team di design: ottimizzare l’INP richiede una collaborazione tra sviluppatori frontend, backend e designer. Coinvolgere il team per implementare miglioramenti strutturati e coerenti è essenziale per ottenere risultati ottimali.

C’è da dire, inoltre, che migliorare l’INP (Interaction To Next Paint) all’interno dei Core Web Vitals non solo beneficia l’esperienza utente, ma può anche avere un impatto positivo sulle performance SEO del sito. D’altronde Google ha dichiarato che i Core Web Vitals, inclusi indicatori come l’INP, sono considerati nel suo algoritmo di ranking per i risultati di ricerca.

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