Pubblicato il 08 Marzo 2020
Una delle principali sfide nei prossimi anni per le aziende italiane è la digitalizzazione. Sebbene in ritardo rispetto al resto d’Europa, anche le imprese italiane hanno capito l’importanza restare aggiornate. E per portare avanti il processo di digitalizzazione è necessario affidarsi a figure professionali ad hoc, come ad esempio l’Innovation Manager. Figura ancora poco conosciuta in Italia, ma che negli ultimi anni sta riscuotendo un successo sempre maggiore, grazie anche agli incentivi varati dal Ministero dello Sviluppo Economico per aiutare le imprese a sottoscrivere contratti di lavoro con questi professionisti.
Per sgomberare il campo da tutti i dubbi, il MiSE ha deciso di creare un albo degli Innovation Manager in cui i professionisti del settore possono iscriversi. Le aziende che hanno fatto richiesta per il voucher dell’innovazione, una sovvenzione statale che aiuta le imprese a pagare le consulenze per avviare il processo di digitalizzazione, possono scegliere professionisti iscritti nell’apposito albo. Ecco tutto quello che c’è da sapere sul ruolo dell’innovation manager
Chi è e cosa fa l’innovation manager
Dare una definizione di innovation manager non è semplice. Lo si può definire come un professionista che aiuta le aziende nel processo di trasformazione digitale, innovando i processi interni e migliorando la competitività sul mercato. Seguendo la definizione data dal centro “Osservatori digitali” del Politecnico di Milano, l’innovation manager è un esploratore, un evangelista dell’innovazione e un abilitatore.
Cosa vogliono dire questi tre ruoli? Nella veste di esploratore, l’innovation manager ha il compito di selezionare partner con cui l’azienda può collaborare e valutare opportunità di crescita. Ma non solo, analizza anche il contesto di mercato per capire cosa fare per il processo di digitalizzazione. Come evangelista dell’innovazione introduce nei processi aziendali nuove tecnologie disruptive che cambiano la cultura dell’impresa. Nella funzione di abilitatore valuta i progetti attivi in azienda e si relazione con tutti i vari dipendenti.
Requisiti innovation manager
Quali skill contraddistinguono un innovation manager? Quali abilità particolare deve avere e quali strumenti deve saper usare? Un innovation manager deve avere una visione strategica e analizzare perfettamente il mercato di riferimento dell’azienda per cui fa da consulente. Inoltre, deve essere un leader e deve avere un’apertura mentale che gli permetta di saper spaziare in ambiti diversi.
Non esiste un percorso di studi per diventare innovation manager. Essendo una figura poliedrica, ciò che fa la differenza è l’esperienza maturata sul campo.
Come diventare innovation manager e come iscriversi all’albo
Ci si può improvvisare innovation manager? No. Si può diventare innovation manager? Sì. Chi svolge questa professione ha un bagaglio di esperienza decennale in uno dei vari ambiti della digitalizzazione. Per aiutare le aziende a individuare l’innovation manager, il MiSE ha istituito un albo ad hoc. Per ogni professionista iscritto all’albo c’è una breve scheda descrittiva con gli anni di esperienza in un singolo campo (data analytics, quantum computing, cyber security, prototipazione, robotica avanzata, internet delle cose, ecc).
Per potersi definire innovation manager è necessario iscriversi all’albo presentando l’apposita domanda che può essere scaricata dal sito del Ministero dello Sviluppo Economico e il proprio curriculum in formato Europass. Possono accreditarsi come manager dell’innovazione sia persone fisiche sia società di consulenza.
Quali sono i requisiti per poter presentare la domanda di iscrizione all’elenco degli innovation manager? Bisogna essere iscritti ad altri albi o elenchi dedicati ai manager, oppure essere accreditati in albi regionali dedicati sempre ai manager dell’innovazione. Nel caso in cui non si è presenti in nessuna lista regionale o negli elenchi di Unioncamere, si può far richiesta di iscrizione all’albo degli innovation manager se si è in possesso di un dottorato di ricerca (scienze matematiche e informatiche; scienze fisiche; scienze chimiche, scienze biologiche; ingegneria industriale e dell’informazione; scienze economiche e statistiche); di un master nelle materie scientifiche appena elencate e aver maturato un anno di esperienza in un’azienda in uno degli ambiti dell’Impresa 4.0; di una laurea magistrale in campo scientifico e tre anni di consulenza in aziende; oppure di avere almeno 7 anni di esperienza all’interno di società per cui si è svolta attività di consulenza per l’applicazione di tecnologie abilitanti all’Industria 4.0.
L’elenco degli innovation manager può essere consultato sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico.
Voucher per consulenza in innovazione
L’albo dei manager dell’innovazione è servito per lanciare i “voucher per consulenza in innovazione”, una misura varata dal Ministero dello Sviluppo Economico per aiutare le PMI e le reti di impresa nel processo di trasformazione tecnologica e digitale. Il MiSE ha stanziato 75 milioni di euro per tre anni: 2019, 2020 e 2021. Le uniche spese ammissibili sono i contratti di consulenza (minimo nove mesi) stipulati con manager dell’innovazione qualificati, ossia iscritti nell’apposito albo.
L’agevolazione consiste in un voucher concedibile in regime “de minimis”. Il contributo varia a seconda della tipologia d’azienda:
- Micro e piccole: contributo che copre il 50% delle spese ammissibili fino a un massimo di 50mila euro
- Media: contributo pari al 30% delle spese ammissibili fino a 25mila euro
- Reti di imprese: contributo del 50% delle spese ammissibili fino a un massimo di 80mila euro.
Per l’invio della domanda è necessario collegarsi al sito web predisposto dal Ministero dello Sviluppo Economico.