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Guerrilla marketing: cos’è, come farlo ed esempi di successo

Pubblicato il 14 Giugno 2024

Il guerrilla marketing è un metodo pubblicitario che si basa sul non convenzionale e la sorpresa. Grazie ai suoi messaggi spiazzanti, se ben riuscito, riesce a massimizzare il rapporto tra visibilità e spesa sostenuta. Tra storia, esempi e consigli, scopri di più in questo articolo.

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Non tutte le guerre utilizzano armi convenzionali e non tutti i combattimenti sono affrontati a regola d’arte. Talvolta per vincere basta una trovata diversa, un colpo di genio, una guerriglia improvvisa, scioccante. Ebbene, anche nell’enorme campo di battaglia del marketing funziona in questo modo.

Ci sono le campagne pubblicitarie standard, pensate per essere efficaci su più canali, poi le strategie di web marketing,che ragionano sui KPI e sulle targettizzazioni, e infine il guerrilla marketing, ovvero l’effetto sorpresa, la guerriglia che nessuno si aspetta ma che riesce in poco tempo a cambiare le carte in gioco, magari anche a fronte di una spesa minima.

Se sei a capo di una PMI o un libero professionista in cerca di notorietà, continua a leggere. Nei prossimi paragrafi spiegheremo meglio cos’è il guerrilla marketing e puoi provare a metterlo in campo.

Guerrilla marketing: ecco cos’è e quali sono gli esempi vincenti!

Il guerrilla marketing è definito come una tipologia di marketing assolutamente non-convenzionale, rivoluzionaria, che ha l’obiettivo di ottenere grandi risultati con poco sforzo economico.

Si tratta dell’arte di veicolare un messaggio pubblicitario utilizzando dei metodi anticonformisti e spiazzanti.

Così come in tempi di guerra la guerriglia è quella battaglia improvvisa e non pianificata, combattuta con poche risorse, anche nel marketing il guerrilla marketing è un’attività pubblicitaria non convenzionale, pensata per creare una strategia efficace ed a basso costo.

Breve storia del guerrilla marketing

Il guerrilla marketing non è un’invenzione recente, bensì affonda le sue radici nei primi anni 80, ovvero gli anni dell’esplosione della pubblicità e del suo veicolo migliore, la televisione.

In quegli anni a dominare il mercato del marketing non potevano essere altro che i grandi brand, con molti soldi a disposizione e in grado di presidiare tutti i maggiori canali: quotidiani, radio e televisione.

Per i piccoli business cercare di emergere in una situazione simile era impensabile, almeno utilizzando le stesse armi dei propri competitor. Ecco perché una soluzione vincente si rivelò il guerrilla marketing, teorizzato da Jay Conrad Levinson nel 1984.

L’idea di Jay Conrad Levinson partiva da due dati da fatto: necessità di fare marketing da un lato e poco budget a disposizione dall’altro. Per farlo un buon marketer doveva creare campagne spiazzanti, in grado di fissarsi nella testa dei consumatori e utilizzando tattiche pubblicitarie anticonformiste.

Consigli per fare guerrilla marketing

Quando si parla di guerrilla marketing è difficile dare delle idee pre-impostate, anche perché la stessa definizione del guerrilla implica il non-convenzionale, ovvero qualcosa di possibilmente mai visto.

Ci sono però alcuni consigli da poter regalare a un brand che abbia l’intenzione di attivare una campagna di guerrilla marketing. Eccoli nel dettaglio:

  • Online o offline: una buona campagna di guerrilla marketing può essere fatta sia online che offline. Per l’Online si utilizzano i canali che ormai tutti conosciamo, da Instagram a Snapchat, da Youtube ai blog. A livello di pubblicità offline invece è importante impostare la propria campagna in modo che più persone la possano vedere, quindi scegliere delle location dove vi sia un buon transito di persone in relazione al vostro target;
  • Coerenza: ogni idea di guerrilla marketing, bensì di base sia anticonvenzionale, deve essere coerente con il brand. Il messaggio deve scioccare ma restare in linea con il marchio, diffondere la sua mission;
  • Imprevisti da considerare: Soprattutto per chi attiva una campagna di guerrilla marketing Offline ci sono alcuni imprevisti che possono capitare: il meteo avverso, le normative locali da rispettare, confusione nel luogo prescelto. Tutte variabili da tenere in considerazione, che potrebbero anche mandare all’aria la campagna;
  • Non infastidire: esatto, un guerrilla marketing ben fatto incuriosisce, stimola l’attenzione ma mai e poi mai deve infastidire le persone e gli ipotetici consumatori. Se questa situazione si verifica potrebbe essere un clamoroso boomerang per l’azienda.

Se ti stai domandando, inoltre, quanto costa il guerrilla marketing, sappi che la risposta è semplice: anche pochissimo! Il punto di partenza è che deve essere un’azione pubblicitaria a basso costo, senza l’impegno di grosse risorse. Dopodiché è compito della fantasia e della creatività del brand cercare di massimizzare il rapporto tra la visibilità e la spesa sostenuta.

Esempi di successo di guerrilla marketing

Il primo esempio di guerrilla marketing che portiamo è anomalo, perché relativo ad uno dei brand più iconici al mondo e probabilmente il numero uno a livello di comunicazione: Coca Cola.

Ma che bisogno ha Coca Cola di fare guerrilla marketing? Per il colosso delle bevande americano è stato forse il miglior metodo per rafforzare ulteriormente la propria posizione nel mercato. Dal 2010 Coca Cola ha sfornato diversi brevi video, senza dubbio girati spendendo poco budget, che hanno giocato sull’emotività, la condivisione e il divertimento. Un modo simpatico per mostrarsi vicino ai clienti e per diffondere la propria filosofia.

Uno dei video di guerrilla più famosi di Coca Cola è quello intitolato Coca Cola Happiness Machine, in cui un distributore Coca Cola sembra impazzire ed offrire ai clienti un numero esagerato di bottigliette, di mazzi di fiori, di panini giganti, di pizze e persino di bottiglie già stappate e versate nel bicchiere. Conclusione? “Where will happiness strike next?”.

Anche uno tra i brand più amati dell’abbigliamento, Nike, si è messo alla prova con il guerrilla marketing, nonostante un pubblico già molto ampio. Obiettivo? Senza dubbio quello di condividere e solidificare la sua mission, fatta di energia da vendere e scosse motivazionali. Quindi per le strade delle grandi metropoli americane capita spesso di vedere installazioni veramente interessanti, come un enorme pallone da calcio caduto su una macchina oppure un cestino con tanto di tabellone cestistico firmato Nike, un invito a “far canestro e buttar qui”.

McDonald’s è un altro grande brand che ha abbracciato il guerrilla marketing nelle proprie strategie pubblicitarie. Gli esempi potrebbero essere moltissimi, dislocati in ogni città dove il fast-food ha i propri punti vendita.

Tra le installazioni più famose si registrano le strisce pedonali in versione patatine, che fuoriescono dal sacchetto McDonald’s, e il Mc Muffin’ Breakfast gigante, posizionato sulle panchine di attesa delle pensiline dei bus. Un modo anticonvenzionale per rafforzare la percezione dei propri prodotti agli occhi dei clienti.

Interessante anche come il guerrilla marketing sia molto utilizzato tra le compagnie assicurative più importanti del mondo. In Italia un esempio è dato dal guerrilla di Gruppo Generali. Il fine di questa campagna era quello di promuovere una nuova filiale a Milano e contestualmente sensibilizzare le persone sull’importanza dell’aspetto previdenziale.

Per questo motivo improvvisamente un sottomarino spuntò da una piazza milanese, con tanto di transenne e passanti incuriositi e basiti. Ma nel mondo previdenziale è molto diffuso attivare il guerrilla marketing concentrandosi sull’elemento dell’imprevisto. Ed è così che vi si trovano massi enormi (e finti) piazzati su macchine distrutte, automobili senza ruote nei parcheggi e addirittura auto in bilico su altissimi parcheggi a più piani.

Ultimo ed altrettanto famosissimo esempio di guerrilla marketing è firmato Kitkat e rappresenta una panchina-barretta Kitkat aperta a metà, con la panchina che riprende la classica ergonomia del dolce firmato Nestlè. L’idea è nata con l’obiettivo di rafforzare l’ideale nascosto dietro il famosissimo slogan dell’azienda: “Have a Break, Have a Kitkat”. Non poteva esserci idea più riuscita!

Insomma, le idee con impronta guerrilla marketing sono numerose! Se desideri far crescere il tuo business provando a mettere in campo tattiche appartenenti all’unconventional marketing, contattaci. Italiaonline, con il supporto di esperti in materia, saprà fornirti l’aiuto che cerchi.

Cosa si intende per guerrilla marketing?

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