Pubblicato il 08 Settembre 2022
La Generazione Z guadagna importanza nei mercati a livello mondiale, ma è la più difficile da conquistare: ecco alcuni spunti per coinvolgerla
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La Generazione Z è quella costituita dai giovanissimi, ovvero i consumatori nati tra il 1997 e il 2012. Le ricerche di mercato si soffermano sempre di più su questa fascia di consumatori, formata da nativi digitali, abituati fin da piccoli a usare dispositivi elettronici, completamente a loro agio con le nuove tecnologie, appassionati di shopping online, creativi ed esigenti con i brand.
Non si limitano a cercare il prodotto giusto per le proprie esigenze, magari personalizzato e funzionale (come i Millennials) ma vogliono essere coinvolti dalle aziende, che devono rispecchiare specifici valori. Ormai questi consumatori iniziano ad avere un buon potere di spesa e lo avranno sempre di più, tanto da impattare in modo importante nei mercati globali.
Diverse ricerche hanno cercato di analizzare la Gen Z: da questi studi nasce una lettura molto interessante, che diventa uno spunto molto utile per sviluppare strategie di marketing performanti ed efficaci.
- Quali sono i brand più amati dalla Gen Z
- Influencer marketing
- Presidiare i nuovi canali di intrattenimento
Quali sono i brand più amati dalla Gen Z
Secondo un’analisi concotta da Adolescent Content, circa l’8% della Gen Z pensa di essere compresa dai brand, mentre la maggior parte dei giovani lamenta di non essere ascoltata e coinvolta. Il segreto è proprio quello di vedere nei ragazzi dei punti di riferimento a cui rivolgersi costantemente. L’ascolto e l’interazione sono due elementi essenziali per conquistarli.
Ma dove è possibile intercettare i più giovani? Quali luoghi e canali occorre frequentare? Parliamo di una generazione fluida, che ama muoversi tra lo spazio fisico e virtuale. I social network sono i canali prediletti, lo dimostra anche una ricerca di Essence: il 77% dei giovani intervistati ammette di frequentare i social e usarli per fare acquisti.
Ma quali sono le parole chiave per conquistare i consumatori più giovani?
- Inclusione, sostenibilità e diritti: i giovani hanno a cuore temi vicini alla comunità e all’ambiente, premiano le aziende davvero interessate a costruire un mondo migliore e naturalmente non quelle che si limitano a fare greenwashing o simili.
- Trasparenza: parlare ad un pubblico di nativi digitali significa rivolgersi a persone completamente a loro agio con i media e quindi capaci di capire se un’azienda è onesta e trasparente. Non basta promuovere un prodotto descrivendone solo i punti di forza, perchè una recensione potrebbe svelare le ombre. Insomma, oggi la trasparenza paga mentre le aziende che cercano di “fregare” i clienti hanno vita breve.
- Umanità: la Gen Z si avvicina, non ad aziende patinate e fintamente perfette, ma a chi mostra anche le proprie imperfezioni in modo ironico e divertente.
Influencer marketing
Creare una community è sicuramente uno degli obiettivi di qualsiasi brand. Ma per raggiungerlo bisogna puntare sui giusti “alleati”. Gli influencer svolgono un ruolo cruciale in questo processo. Come abbiamo detto, la Generazione Z non si accontenta e si stanca presto. Per tale motivo, i grandi influencer spesso non raggiungono un enorme coinvolgimento, come invece possono fare i nano-influencer.
Parliamo di personaggi che hanno un seguito basso (dai 10 mila ai 15 mila follower circa) ma sono capaci di coinvolgere i propri fan in modo più intenso rispetto ai grandi influencer, che raggiungono un pubblico più alto ma meno coinvolto. Inoltre, i nano-influencer hanno un costo nettamente minore per l’azienda, che in questo modo può appoggiarsi più profili per promuovere i propri prodotti. I consumatori si fidano maggiormente dei nano-influencer, che hanno un rapporto più diretto coi follower, guadagnando così ascolto e fiducia.
Presidiare i nuovi canali di intrattenimento
Le aziende che desiderano conquistare la Genezione Z sicuramente non devono puntare tutto su Facebook, un social considerato ormai obsoleto e frequentato prettamente dai cosiddetti “boomer”, un termine usato per identificare gli adulti.
Al contrario, i brand devono usare canali nuovi e poco conosciuti, anche quelli di nicchia. Basti pensare all’enorme crescita di TikTok, che in pochi anni è passato dall’essere un social di nicchia – riservato ai giovanissimi – ad una delle piattaforme più usate al mondo, con 1,2 miliardi di utenti attivi.
Ma quali sono i canali che un’azienda potrebbe usare per espandersi? In realtà ne esistono davvero tanti. Si potrebbe usare Discord, l’app lanciata nel 2015 e dedicata – soprattutto in origine – ai gamers. Oggi è frequentata da circa 400 milioni di utenti in tutto il mondo. Al suo interno è possibile aprire un server e creare stanze in in cui chiacchierare e condividere contenuti.
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