Pubblicato il 06 Marzo 2020
Hai un’azienda innovativa ma non sai in quale categoria rientra? Ecco un elenco di requisiti e differenze tra startup e PMI
PMI innovativa e startup innovativa sono termini differenti, ma che in molti casi vengono confusi. In molti hanno l’abitudine di utilizzare indistintamente le due parole, commettendo, però, un grosso errore. Si tratta di due tipologie di azienda che hanno in comune alcune caratteristiche, ma che in molte altre differiscono. Ad esempio, per potersi definire “startup innovativa” è necessario avere un oggetto sociale ben definito e che faccia riferimento alla realizzazione di prodotti o servizi innovativi. Inoltre, una startup deve avere meno di cinque anni di età. Requisiti che una PMI innovativa non deve avere per potersi definire tale.
Se hai in mente un progetto focalizzato su sviluppo e ricerca, se dirigi già una piccola impresa, hai all’interno del tuo gruppo di lavoro competenze di alto livello, e magari possiedi un brevetto, allora probabilmente hai tutte le carte in regola per fregiarti del titolo di “PMI innovativa” o “Startup innovativa”. Ma quali delle due si adatta meglio alla propria azienda? Se fai fatica a inquadrare la tua attività, viene in tuo soccorso l’Investment Compact (D.L. 24 gennaio 2015 n.3), convertito in Legge il 24 marzo 2015. La Normativa mette fine ad ogni dubbio: chiarisce quali sono i requisiti, le differenze e i benefici. Ecco quali sono le differenze tra PMI innovativa e startup innovativa.
Quali sono le caratteristiche di una PMI innovativa?
La definizione di PMI innovativa è inserita nel D.L. n.3/2015, meglio conosciuto come Investment Compact.
Il testo specifica quali sono i requisiti di una piccola media impresa innovativa, e descrive agevolazioni e benefici previsti dallo Stato. Innanzitutto, sono riconosciute come PMI innovative tutte le società di capitali, ovvero le S.r.l., le S.p.A., le S.a.p.a. e le S.r.l.s. che possono essere costituite anche in cooperativa. Un elemento importante è che non siano quotate in borsa. Inoltre, devono avere la loro sede principale in Italia o nell’Unione Europea, a patto che abbiano una filiale o sede produttiva entro i nostri confini nazionali. Inoltre, è necessario che l’ultimo bilancio sia certificato da parte di un revisore contabile o una società di revisori iscritti all’apposito registro.
Le PMI innovative hanno meno di 250 dipendenti, un fatturato annuo che non supera i 50 milioni di euro e un bilancio che non supera i 43 milioni di euro.
Infine, devono possedere almeno uno dei seguenti 3 requisiti:
- Le spese dedicate a ricerca e sviluppo corrispondono almeno al 3% del maggior valore tra fatturato e costo della produzione, escluse spese per immobili;
- Almeno 1/5 della forza lavoro deve essere composto da persone impegnate in un percorso di dottorato o già in possesso del titolo di dottorato di ricerca presso un’Università italiana o straniera, o anche che abbiano svolto per almeno tre anni attività di ricerca. In alternativa 1/3 della forza lavoro deve essere in possesso di laurea magistrale.
- Avere la licenza, aver depositato o essere titolari di un brevetto o un software registrato in campo biotecnologico oppure industriale.
Le piccole e medie imprese sono un elemento fondamentale per il sistema economico nazionale: basti pensare alla loro presenza capillare in tutto il territorio italiano, e il valore che ogni giorno apportano al sistema. Scommettere su questo tipo di azienda significa sostenere e nutrire le radici per garantire la crescita rigogliosa della pianta.
Quali sono i requisiti di una startup innovativa
La definizione di startup innovativa è stata introdotta nell’ordinamento italiano con il D.L. n.179/2012, conosciuto come il Decreto Crescita bis. Senza dubbio si tratta di aziende giovani e orientate al futuro, sia per i metodi di lavoro che per tecnologie utilizzate, senza contare che il personale è altamente qualificato. Così come le PMI innovative, anche le startup possono essere società di capitali, anche in forma cooperativa, che non devono essere quotate su mercato regolamentato.
Inoltre, devono possedere una serie di caratteristiche:
- Sono costituite da meno di 5 anni.
- Hanno la sede principale in Italia o in uno degli Stati Membri, a patto che mantengano sede produttiva o filiale nel nostro Paese.
- Hanno una produzione annuale di un valore inferiore ai 5 milioni di euro.
- Non distribuiscono o hanno distribuito utili.
- Nascono per produrre e vendere prodotti o servizi innovativi altamente tecnologici.
Infine, le startup innovative devono possedere almeno uno dei seguenti tre requisiti:
- Investono almeno il 15% del fatturato in ricerca e innovazione.
- Nel team di lavoro sono presenti almeno un terzo di dipendenti con un dottorato di ricerca oppure i due terzi hanno una laurea magistrale.
- Sono titolari, depositari o licenziatari di almeno un brevetto industriale.
Differenze tra PMI innovativa e startup innovativa
Osservando queste caratteristiche, si notano subito alcune differenze tra PMI innovative e startup.
La principale riguarda l’oggetto sociale: la startup innovativa deve avere come oggetto sociale esclusivo o prevalente la realizzazione e vendita di prodotti e servizi con alto valore innovativo e tecnologico. Mentre, le PMI non hanno tale vincolo.
Un altro dato da tenere in considerazione è la data di costituzione: la startup innovativa deve avere massimo cinque anni di vita, mentre per le PMI non ci sono vincoli temporali, a patto che abbiano alle spalle almeno un bilancio certificato.
Una terza differenza importante riguarda il fatturato: mentre la startup non deve superare i 5 milioni di euro annuali, alla PMI innovativa è consentito un limite entro i 50 milioni di euro all’anno o un bilancio che non supera i 43 milioni di euro.
Queste sono le differenze sostanziali che bisogna conoscere soprattutto quando ci si iscrive alla sezione speciale del Registro delle Imprese, infatti i due tipi di azienda devono iscriversi all’interno di differenti sezioni per poter ottenere i benefici più adatti alle loro necessità.
Benefici: differenze tra startup e PMI innovativa
Le differenze tra le due tipologie di aziende si riscontrano anche a livello di benefici e agevolazioni fiscali.
Le startup innovative, ad esempio, sono esonerate dal pagamento annuale per l’iscrizione alla Camera di Commercio, usufruiscono del credito d’imposta per assunzione di personale qualificato e hanno alcune deroghe in materia di diritto del lavoro. Inoltre, in caso di fallimento fanno riferimento a una disciplina speciale. Le PMI, invece, non hanno nessuna normativa speciale in caso di assunzione o di fallimento.
Startup e PMI innovative hanno in comune l’esonero dall’imposta di bollo e dai diritti di segreteria, incentivi per pagare fornitori e dipendenti in equity (azioni dell’azienda) e possono lanciare campagne di crowdfunding.