Pubblicato il 10 Novembre 2020
La crisi sanitaria da Covid-19 ha influenzato lo sviluppo del settore moda: all'orizzonte non mancano nuove sfide e tendenze. Ecco quali sono
Il fashion retail non è solo uno dei settori chiave del Made in Italy ma è anche quello che negli ultimi anni ha risposto con grande entusiasmo alle sfide poste dalla trasformazione digitale. Tutti gli operatori di settore sono coinvolti dal digitale: i piccoli negozi utilizzano i canali online, come i social network, per intercettare e fidelizzare i clienti; mentre i grandi player creando piattaforme studiate appositamente per mettere al centro il cliente, anche grazie all’uso dell’Intelligenza Artificiale.
Si tratta però di un mercato polarizzato, dove i più importanti player internazionali gestiscono un giro di affari maggiore rispetto a tutti gli operatori di mercato messi insieme. Dopo un brillante 2019, anche il comparto del fashion retail ha dovuto fare i conti con la pandemia, che ha avuto effetti drammatici sia sulla produzione, sulla distribuzione e tanti altri aspetti. Anche la cancellazione degli eventi, dalle fiere alle cerimonie private, ha influenzato l’indotto. Il settore deve attualmente reinventare sé stesso, trovare un modo di reagire alla crisi e il digitale può davvero essere una leva importante per affrontare le sfide future.
I punti di debolezza del fashion retail
Il Covid-19 ha portato alla luce diversi punti deboli del settore. Uno di questi è la sovrapproduzione, eseguita senza sapere con certezza se le “nuove proposte” siano davvero apprezzate dal cliente. Secondo una stima pubblicata da Forbes, la sovrapproduzione supera il 30% ogni stagione e ciò produce una spesa enorme sia dal punto di vista economico, che da quello della sostenibilità ambientale.
Il comparto della moda deve quindi riuscire a risolvere entrambi i problemi, in un mondo in cui la tutela ambientale è diventata ormai una leva competitiva fondamentale. Molte aziende stanno perciò iniziando a lavorare a un modo diverso di fare business. Innanzitutto, si porta la produzione dal globale al locale e poi si lavora “on demand” ovvero si produce ciò che realmente la clientela chiede. Questa scelta non è applicabile per tutti, ma sicuramente è ottima per le realtà più piccole e per alcuni mercati.
Sfide e tendenze del settore fashion retail
Tutti gli operatori di settore attualmente si stanno muovendo in uno scenario ricco di difficoltà e incertezze. I mercati occidentali, quelli tradizionali, non riescono produrre una domanda in grado di soddisfare l’offerta (che appunto si muove ancora secondo logiche incentrate sulla produzione e non sulla domanda).
Allo stesso tempo, ci sono mercati emergenti sempre più attratti dal fashion e ancor di più dal Made in Italy: Asia, Russia e Brasile sono sicuramente mercati interessanti. Gli operatori quindi guardano ormai con crescente attenzione questi Paesi.
Un altro fattore da considerare è la digital transformation. Ormai le tecnologie sono diffuse in tutto il settore. Vengono utilizzate nei punti vendita per coinvolgere la clientela, che ormai è sempre più proiettata verso l’omnichannel, ovvero utilizza tutti i canali a sua disposizione per interfacciarsi con brand e con il negozio.
I consumatori ormai sono attivi e autonomi, si informano in rete, lasciandosi consigliare e influenzare dagli influencer, vogliono poter contattare il negozio su Messenger, WhatsApp, ma anche tramite telefono. Vogliono acquistare anche tramite e-commerce oppure prenotare il prodotto online e ritirarlo poi nel punto vendita. E devono poter farlo.
Le imprese che ancora non hanno adottato questo modo di lavorare, costruendo una strategia di vendita ah hoc, dovranno recuperare a breve, perchè è sicuramente un fattore competitivo importante.
Molti operatori hanno iniziato ad utilizzare i dati ed effettuare analisi per personalizzare l’esperienza del cliente. Ogni impresa può utilizzare i Big Data e associarli a tecnologie diverse a seconda degli obiettivi: ormai le opportunità sono davvero tante e si adattano anche ai business più piccoli.
Infine, si parla sempre più spesso di sostenibilità. Ormai questo è un tema centrale per tutto il comparto, e non solo quello del fashion. Le aziende devono informare i consumatori e lavorare per ridurre al minimo gli sprechi, i consumi energetici, intraprendere produzioni green ed etiche, in modo che i prodotti acquistati durino anche di più. Anche Amazon ha istituito un programma ad hoc, chiamato Climate Pledge Friendly.
Queste sono le sfide che il settore è chiamato ad affrontare nel prossimo periodo, ma le aziende possono sicuramente recuperare terreno e per farlo dovranno affidarsi sempre di più al digitale.