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Cosa sono transizione energetica ed economia circolare

I temi della sostenibilità ambientale coinvolgono tutti, anche le piccole e medie imprese. Quale è il loro ruolo?

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Transizione energetica ed economia circolare sono i temi del momento e coinvolgono tutti gli attori della società, PMI incluse. L’obiettivo è tutelare l’ambiente, ridurre l’emissione di gas nocivi, così come la produzione di rifiuti non riciclabili. In questo contesto l’economia circolare si contrappone con forza a quella lineare; allo stesso tempo, le fonti rinnovabili prendono il posto di quelle non rinnovabili. Naturalmente si tratta di un processo lungo e articolato, ma ricco di opportunità e vantaggi.

La posta in gioco è alta: assicurare un futuro alle generazioni future e tutelare il pianeta. In questo contesto, il ruolo delle piccole e medie imprese è fondamentale per almeno due motivi: sono numerose e diffuse in modo capillare su tutto il territorio nazionale (il 99% delle aziende in Italia è una PMI). Nel nostro Paese, i piccoli imprenditori possono fare la differenza adottando iniziative e politiche legate alla green economy. Per farlo, occorre dotarsi di adeguate competenze, strumenti e risorse, sfruttando anche gli aiuti messi a disposizione dallo Stato. Vediamo nello specifico cosa si intende per transizione energetica ed economia circolare, e perché sono importanti per le PMI.

Cosa è la transizione energetica?

Con transizione energetica si indica il passaggio dall’uso di fonti energetiche non rinnovabili (come carbone, petrolio, etc.) a fonti rinnovabili (energia solare, eolica, idroelettrica etc.).

Si tratta di un processo lungo e articolato che porterà ad un cambiamento epocale. Ma soprattutto permetterà di salvaguardare la salute dell’ambiente nel lungo periodo.

Per il suo successo è necessario il contributo di tutti, dal singolo cittadino alle grandi multinazionali, passando per le PMI. Naturalmente le politiche nazionali e internazionali hanno un ruolo chiave. Basti pensare all’importanza dell’Accordo di Parigi del 2015. In questa occasione, 197 Paesi di tutto il mondo si sono impegnati per ridurre l’emissione di gas serra e contenere l’aumento della temperatura media globale sotto i 2°C in modo da evitare i disastrosi effetti del cambiamento climatico.

Oltre a questo, l’Italia si è posta un obiettivo ambizioso con il Piano Nazionale Integrato per l’Energia ed il Clima 2030: coprire il 30% del fabbisogno energetico nazionale con le fonti rinnovabili entro il 2030.

Transizione energetica: il ruolo delle PMI

Negli ultimi anni, in Italia è stato fatto un lavoro molto importante per sensibilizzare imprese e cittadini sui temi della sostenibilità, con particolare riferimento alla transizione e risparmio energetico. Secondo lo studio “Sistemi energetici a confronto” realizzato dal Centro Studi CNA nel 2019, il contributo delle PMI è stato cruciale per raggiungere gli obiettivi fissati da norme nazionali e accordi internazionali. Le piccole imprese si impegnano sempre di più sia nell’autoproduzione di energia grazie a fonti rinnovabili, sia nella creazione di un’offerta migliore su installazione e manutenzione di impianti FER (Fonti Energie Rinnovabili).

La valenza sociale è quindi importante, ma ci sono anche altri motivi che dovrebbero spingere una PMI a preferire energia da fonti rinnovabili. Per esempio, l’energia pulita è un vantaggio competitivo e rafforza l’immagine sociale del brand. Per aiutare le PMI nel processo di transizione energetica sono stati resi disponibili diversi incentivi per la realizzazione di impianti autonomi per la produzione di energie da fonti rinnovabili.

Economia circolare e vantaggi per le PMI

Oltre alla transizione energetica, le PMI sono coinvolte in un altro importante cambiamento: il passaggio dall’economia lineare a quella circolare.

Nel primo caso, il prodotto viene creato, fruito e smaltito, diventando subito uno scarto, un peso per l’ambiente. L’economia circolare invece trasforma tale scarto in opportunità. Così, la plastica delle bottiglie viene impiegata nuovamente per produrre beni di diverso tipo, come felpe in pile, il cartone della pizza può diventare un quaderno, così come il vetro si rigenera in continuazione, ed è usato per produrre utensili e oggetti di uso quotidiano.

Ma non è tutto, anche i rifiuti umidi-organici possono essere riutilizzati in tanti modi: diventano fertilizzanti capaci di nutrire e far fiorire la terra oppure, grazie a particolari processi, si trasformano in biogas, che a sua volta diventa biometano, una risorsa green per alimentare automobili, e non solo.

L’obiettivo è ancora una volta cambiare il sistema in modo da renderlo sostenibile. Ma l’economia circolare offre ulteriori benefici alle aziende. Secondo il X Rapporto Greenitaly (2019) della Fondazione Symbola e Unioncamere, negli ultimi cinque anni circa 430mila imprese hanno investito su scelte sostenibili registrando enormi vantaggi: molte hanno introdotto sistemi innovativi e nuovi strumenti che hanno permesso loro di uscire dalla crisi, altre hanno trovato le figure professionali “green” che hanno determinato una crescita importante e maggiore competitività.

Economia circolare e PMI: qual è la situazione in Italia

L’Italia è il primo Paese in Europa per riciclo dei rifiuti (79% del totale) di cui la maggior parte provengono da produzioni industriali. Tuttavia, non tutte le aziende sono consapevoli dei vantaggi legati all’economia circolare, quelle più coinvolte appartengono al settore chimico, tech e servizi; quelle meno impegnate lavorano nel settore bancario. Per esempio, più del 40% delle aziende italiane ha introdotto un packaging con materiale riciclato. Un’azienda italiana su tre imballa i prodotti con materiale riciclabile, e il 25% ha messo a punto strategie per incrementare la vita del proprio prodotto, sfruttando le opportunità dell’economia circolare.

Questi metodi offrono ulteriori vantaggi: dalla riduzione dei costi di produzione, alla maggiore soddisfazione dei clienti e il miglioramento dell’immagine aziendale. Nonostante i buoni risultati, le aziende italiane sperano in un sempre maggior contributo da parte dello Stato. Ma nel frattempo bisogna continuare a riflettere sulle opportunità offerte dall’economia circolare alle PMI.

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