Pubblicato il 12 Luglio 2024
Il sostituto d’imposta sostituisce il contribuente nell’adempimento degli obblighi fiscali, versando le imposte allo Stato e a tutti gli enti pubblici. In questa guida scopriremo meglio cos'è il sostituto d'imposta, come opera, come si può cambiare e molto altro.
Il sostituto di imposta è una delle prime voci che appare quando un lavoratore dipendente compila il modello 730. Si tratta quasi di un gesto automatico, basta ricopiare nell’apposito spazio i dati del datore di lavoro. Tuttavia, molti lavoratori non sanno bene cos’è e cosa fa il sostituto di imposta.
In realtà, pensandoci bene non è difficile da collegare: proprio come dice il nome, si tratta di un soggetto pubblico o privato che sostituisce il contribuente nell’adempimento dei suoi obblighi fiscali e tutti i doveri secondo quanto stabilito dalla legge n. 600 del 1973. Si occupa, quindi, di versare i tributi da parte del dipendente.
La nascita di questa figura ha semplificato sensibilmente i rapporti tra fisco e lavoratori, allo stesso tempo garantisce allo Stato e alle Amministrazioni il pagamento dei tributi e offre informazioni importanti sul carico patrimoniale del lavoratore. Questa guida nasce per spiegare meglio ai lettori cosa significa sostituto d’imposta, come agisce e non solo.
Sostituto d’imposta: di cosa si occupa
Come disposto dalla Legge, il sostituto d’imposta si occupa di pagare tasse e tributi al posto di un altro soggetto. Uno degli esempi classici è il datore di lavoro che sostituisce i propri dipendenti. Ma come agisce questa sostituzione?
Si può operare in due modi:
- A titolo d’imposta, quando il sostituto paga tutto l’importo dovuto da parte del contribuente, che quindi non ha più alcun debito con Stato o altre amministrazioni;
- A titolo d’acconto, quando il sostituto anticipa al contribuente il pagamento dei contributi, ma il contribuente rimane comunque un soggetto passivo. Un esempio è il pagamento con ritenuta d’acconto in cui il committente paga il 20% dell’imponibile, oppure il datore di lavoro che effettua le trattenute IRPEF ai dipendenti, ma questi sono comunque tenuti a pagare l’IRPEF per altri redditi.
Il sostituto d’imposta dovrà quindi eseguire dei versamenti allo Stato e alla Pubblica Amministrazione, affidandosi a precisi modelli e documenti, nello specifico il modello 770 e la Certificazione Unica.
Ora che abbiamo visto chi è il sostituto d’imposta spieghiamo in cosa consiste il modello 770.
Sostituto d’imposta: modello 770 e Certificazione Unica
Il modello 770 è un documento fiscale usato dai sostituti d’imposta per trasmettere all’Agenzia delle Entrate tutti dati legati alle imposte del contribuente, dalle ritenute effettuate ai compensi, fino alle pensioni versate. Questo serve per effettuare il pagamento dei tributi da parte del contribuente.
Il modello 770 deve essere trasmesso dalle aziende, dalle società di capitali con sede in Italia, dagli enti non commerciali sia pubblici che privati, dalle associazioni non riconosciute, da società di ogni tipo e dai condomini.
A partire dal 2017 questo modello è unificato, mentre prima si divideva in semplificato e ordinario. Il modello unificato 770 deve essere consegnato dal sostituto d’imposta entro il 31 ottobre, seguendo le istruzioni dell’Agenzia delle Entrate.
Cos’è la Certificazione Unica?
Un altro documento importante per capire il ruolo del sostituto d’imposta è la Certificazione Unica (CU). Questa viene usata per attestare i redditi del lavoro dipendente e assimilati, ma anche i redditi derivati da lavoro autonomo e quelli derivanti da alcuni contratti di locazione.
La Certificazione Unica permette al dipendente di avere un documento che certifica che i tributi da parte dell’azienda sono stati versati. Tale documento viene rilasciato dal sostituto d’imposta al contribuente entro il 30 aprile e trasmesso telematicamente all’Agenzia delle Entrate entro il 31 marzo.
Chi può essere il sostituto d’imposta
È ormai chiaro che, in Italia, il sostituto d’imposta può essere una persona fisica o giuridica.
I principali soggetti che possono agire come sostituti d’imposta sono:
- Datori di lavoro: sono tenuti a trattenere e versare l’IRPEF (imposta sul reddito delle persone fisiche) sui redditi dei dipendenti;
- Istituti di credito: per esempio, devono applicare le ritenute sui redditi prodotti da conti correnti o depositi;
- Enti previdenziali e assistenziali: per esempio, trattenendo le ritenute fiscali sugli importi erogati come pensioni o altre prestazioni;
- Soggetti erogatori di redditi di capitale: ad esempio, banche o intermediari finanziari che riscuotono le imposte sui redditi da interessi, dividendi, etc;
- Locatori di immobili: devono trattenere le imposte dovute sulle locazioni di immobili;
- Committenti nei contratti di appalto: ad esempio, nelle situazioni in cui è richiesta la ritenuta d’acconto per le prestazioni di lavoro autonomo;
- Soggetti che effettuano pagamenti a soggetti non residenti: devono applicare la ritenuta d’acconto sulle prestazioni di servizi, royalty, etc., erogate a tali soggetti.
Tutti questi soggetti sono responsabili di trattenere l’imposta dovuta direttamente alla fonte del reddito o del pagamento, agendo per conto del beneficiario finale dell’importo o del reddito soggetto a tassazione. Vediamo ora come cambiare il sostituto d’imposta.
Come cambiare sostituto d’imposta
Si può cambiare il sostituto d’imposta? Assolutamente sì, esistono dei casi in cui è necessario modificare il sostituto d’imposta, per esempio quando si cambia lavoro. In questi casi, se si è già inviato il modello 730, basta rettificare entro il mese di ottobre dell’anno di riferimento.
Occorre, quindi, inviare un nuovo documento integrativo in cui comunicare dove inviare eventuale rimborso spettante. Il nuovo modello 730 sarà quindi uguale al precedente salvo le informazioni legate al sostituto d’imposta.
Chi non può avere il sostituto d’imposta?
In Italia, non possono avere un sostituto d’imposta coloro che non hanno un reddito soggetto a tassazione, oppure quei lavoratori che non rientrano nelle categorie previste per la ritenuta alla fonte.
Facciamo degli esempi:
- Persone fisiche senza redditi da lavoro o pensione: se una persona non percepisce redditi da lavoro dipendente, da lavoro autonomo, da pensione o da altre fonti soggette a ritenuta alla fonte, nella maggior parte dei casi non avrà un sostituto d’imposta;
- Chi non risiede in Italia: se una persona o un ente non è residente in Italia e non percepisce redditi o altre entrate da fonti italiane, non avrà un sostituto d’imposta italiano;
- Soggetti esenti o non soggetti alla ritenuta: ad esempio, alcuni tipi di reddito esenti includono le indennità di mobilità, le pensioni minime, alcune indennità di disoccupazione, etc;
- Soggetti che percepiscono redditi senza ritenuta: ad esempio, alcuni tipi di redditi da capitale possono essere soggetti solo a imposta in sede di dichiarazione dei redditi e non alla fonte;
- Soggetti che percepiscono redditi esenti o soggetti a tassazione diversa: alcuni redditi potrebbero essere soggetti a regimi fiscali speciali che non prevedono la trattenuta alla fonte.
Se operi come libero professionista in regime forfettario, saprai già che non hai un sostituto d’imposta. In tale regime, l’imposta sul reddito viene calcolata in base a un ammontare forfettario determinato in base alla natura dell’attività svolta, senza dover applicare le normali regole di calcolo delle imposte sul reddito e senza l’obbligo di ritenuta alla fonte da parte di terzi.
Ora dovresti sapere tutto quello di cui avevi bisogno sul tema del sostituto d’imposta. Se sei titolare di un’azienda e vorresti investire parte del tuo budget per attuare una strategia di marketing multicanale, ricorda che puoi sempre affidarti ai professionisti di Italiaonline.