Pubblicato il 25 Giugno 2024
Un'associazione temporanea di imprese (ATI) è una collaborazione tra aziende avente il fine di completare un progetto specifico, condividendo risorse e competenze. Scopriamo come funziona in questa guida sul tema.
Il motto “l’unione fa la forza” vale anche e soprattutto quando si parla di aziende: queste organizzazioni, a prescindere dalla loro dimensione, hanno un ruolo fondamentale per l’economia del territorio in cui operano. Per offrire ancora più valore o realizzare un progetto specifico possono unirsi tra loro.
Esistono diverse tipologie di collaborazione, una di queste è l’associazione temporanea di imprese (ATI) chiamata anche raggruppamento temporaneo di imprese (RTI).
In questo caso, un gruppo di aziende si unisce per un tempo limitato in modo da sviluppare progetti o cogliere opportunità che da sole non riuscirebbero a gestire. Per esempio, l’ATI potrebbe essere utile quando si vuole realizzare una commessa che richiede un grande investimento, manodopera con diverse specializzazioni o il ricorso a una moltitudine di servizi specializzati.
Spesso, business singoli, non hanno tutti questi requisiti e quindi cercano partner per preparare insieme il progetto, dando vita ad un’associazione temporanea di imprese. Se sei interessato all’argomento e hai come obiettivo l’apertura di una ATI – associazione temporanea di impresa, continua a leggere.
Associazione temporanea di imprese: di cosa si tratta
La definizione di Associazione temporanea di imprese appare nell’ art.3 comma 20 del Codice dei contratti pubblici (D.Lgs. n. 163-2006) e fa proprio riferimento al raggruppamento temporaneo di una rete di imprenditori, prestatori di servizi, fornitori e distributori. Questa è un’ottima soluzione quando si vuole partecipare ad una gara d’appalto.
La collaborazione può essere messa nero su bianco tramite una scrittura privata autenticata, necessaria soprattutto quando si vuole ottenere l’affidamento di un contratto pubblico a cui le imprese possono partecipare con un’unica offerta comune. Al suo interno dovrà essere specificato qual è l’attività svolta da ogni azienda.
Inoltre, i bandi descrivono quali sono gli obblighi delle imprese, la maggior parte di questi permettono alla singola impresa di far parte di un’unica ATI alla volta.
All’interno del Codice dei Contratti pubblici esistono anche delle indicazioni legate alla struttura dell’associazione temporanea di imprese, di cui parleremo nel prossimo paragrafo.
Struttura delle associazioni temporanee di impresa
L’atto unico redatto dalle imprese che compongono l’associazione è un documento molto importante, che descrive anche la struttura dell’organizzazione.
Innanzitutto, deve essere nominato un capogruppo, cioè l’impresa mandataria che farà da portavoce alle altre aziende mandanti durante la partecipazione al bando e che avrà questo ruolo fino all’estinzione dell’associazione.
Il mandato può essere revocato senza avere conseguenze sull’appalto, ma deve essere comunicato e autorizzato dall’Amministrazione di riferimento durante la partecipazione ad un appalto.
Oltre al capogruppo che rappresenta le aziende dell’associazione, l’articolo 37 del Codice specifica che le associazioni possono avere tre tipi di struttura:
- Verticale: quando il mandatario provvede all’esecuzione dei lavori principali e i mandanti quelli secondari;
- Orizzontale: quando i partecipanti si distribuiscono i lavori da fare in modo equo;
- Mista: composta da due o più imprese omogenee. Tra queste viene scelta un’azienda mandataria alla quale si associano una o più imprese eterogenee per effettuare le prestazioni dei servizi separabili.
L’articolo 37 comma 17 prevede anche che ogni partecipante sia indipendente nella gestione degli obblighi fiscali e oneri sociali.
Insomma, la partnership dell’associazione temporanea di impresa è strettamente connessa alla singola gara e non a tutti gli ambiti in cui operano le aziende. Naturalmente, gli imprenditori dovranno incontrarsi periodicamente per pianificare le attività legate al progetto.
Scopi dell’associazione temporanea di imprese
Veniamo ora ad una delle domande chiave dell’argomento: quando e perché costituire un’associazione temporanea di impresa? Le aziende ricorrono a questo tipo di organizzazione per partecipare alle gare d’appalto.
I vantaggi legati al costituire un’ATI – associazione temporanea di imprese, sono diversi.
Le imprese mandanti, solitamente di piccole o medie dimensioni, possono così partecipare a lavori che non potrebbero sostenere in forma singola, per mancanza di risorse o competenze. L’impresa mandataria, solitamente una grande azienda appartenente al settore principale del bando, può unirsi ad aziende specializzate in particolari campi legati all’appalto. Ciò permette di offrire una soluzione ancora più articolata e soddisfacente.
Insomma, le associazioni temporanee di impresa rappresentano una soluzione davvero efficace di cui tenere conto quando si partecipa a diversi tipi di appalto pubblico e privato.
Esempi vincenti di associazioni temporanee di imprese
Un esempio ipotetico di un’associazione temporanea di imprese vincente potrebbe coinvolgere una collaborazione tra una grande azienda tecnologica e un brand di moda sostenibile.
Immaginiamo un colosso tecnologico (X) e un noto marchio di moda sostenibile (Y).
Queste due realtà si possono unire per dare vita ad una linea di abbigliamento intelligente ed ecologico. L’azienda X fornisce la tecnologia per abiti intelligenti che monitorano la salute e il benessere, mentre Y utilizza materiali riciclati e sostenibili per la produzione.
Questa partnership attrarrebbe consumatori attenti alla moda, alla sostenibilità e alla tecnologia avanzata, aumentando la visibilità e il mercato per entrambi i marchi.
Associazione temporanea di impresa: gli errori da evitare
Un’associazione temporanea di imprese (ATI) non è affatto facile da costituire. Non tanto dal punto di vista burocratico, quanto dal punto di vista decisionale.
Ora ci spieghiamo meglio. Costituire un’ATI necessita di una strategia vincente studiata a monte. La mancanza di chiarezza sui ruoli e le responsabilità, ad esempio, può portare a conflitti e inefficienze. Ogni partner deve avere una comprensione precisa del proprio contributo e delle aspettative reciproche.
È essenziale, inoltre, evitare di collaborare con aziende che hanno visioni, culture aziendali o valori molto diversi può creare frizioni. È bene che le aziende condividano obiettivi comuni e abbiano una cultura compatibile.
La comunicazione tra i partner, quindi, deve essere chiara e regolare. Le aziende devono stabilire canali di comunicazione efficienti per condividere informazioni, aggiornamenti e risolvere problemi rapidamente.
Occhio, inoltre, alla pianificazione. Una pianificazione insufficiente può portare a ritardi e superamenti di budget. Le aziende devono collaborare per sviluppare un piano dettagliato che copra tutte le fasi del progetto, con un’adeguata gestione dei rischi.
Prima di costituire un’ATI, inoltre, è bene chiedersi: mi fido del mio collaboratore? La mancanza di fiducia tra i partner può minare l’intera ATI. È essenziale stabilire relazioni di fiducia attraverso trasparenza, rispetto e collaborazione costante.
Attenzione anche a scegliere competitor come alleati. Anche se può sembrare un’apparente strategia vincente, aziende che competono direttamente nello stesso mercato possono trovare difficile collaborare efficacemente a causa di conflitti di interesse.
Un altro errore da non commettere è quello di dare il via a collaborazioni tra aziende di dimensioni estremamente diverse, che possono portare a squilibri di potere, dove il partner più grande domina le decisioni, limitando l’apporto del partner più piccolo.
Altrettanto importante evitare collaborazioni con brand aventi immagini di marca molto diverse (ad esempio, uno orientato al lusso e l’altro all’accessibilità). Questo può confondere i consumatori e diluire il valore del marchio.
La creazione di un’associazione temporanea di imprese di successo, richiede una pianificazione attenta, una selezione ponderata dei partner e una gestione efficace delle relazioni e delle operazioni. Evitando gli errori comuni e seguendo le best practice, le aziende possono sfruttare al meglio le potenzialità delle ATI per raggiungere obiettivi ambiziosi.
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