Pubblicato il 23 Giugno 2020
La Search Intent è un utile indicatore delle intenzioni degli utenti che visitano il nostro sito web. Ecco come sfruttarla al meglio per migliorare l’efficacia del tuo spazio web
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In italiano, Search Intent è traducibile come “intento di ricerca”. Ma che cos’è la Search Intent? Sostanzialmente, è il motivo per cui un utente effettua una determinata ricerca sul web.
Ogni giorno, online, vengono effettuate 3,5 miliardi di ricerche (dati Google 2019): per informarsi, per acquistare o per visualizzare un determinato sito web, gli utenti digitano nella barra di ricerca le cosiddette “query” (parole di ricerca). Ed ecco che, per un’azienda, conoscere quelle query e il modo in cui un utente atterra sul proprio sito diventa fondamentale.
I diversi tipi di Search Intent
L’intenzione di ricerca degli utenti può essere di diverse tipologie.
Con la search intent navigazionale, l’utente sa già quale sito intende visualizzare: digiterà dunque nella barra di ricerca il suo dominio.
Con la search intent informazionale, l’utente cerca informazioni su un argomento di suo interesse: le query saranno dunque generiche ma ben incentrate su quel determinato argomento (es. come preparare il Pan di Spagna, cosa succede in Libia ecc.).
Con la search intent commerciale, l’utente svolge una sorta di indagine: cerca sul web un determinato prodotto o servizio per confrontare le diverse offerte. Oppure, richiede una comparazione tra diversi brand/prodotti (es. meglio iPhone o Samsung, migliori zaini da trekking).
Con la search intent transazionale, l’utente va sul web con un preciso scopo: acquistare un prodotto/servizio, iscriversi ad una newsletter, fare un download. Sono proprio le query transazionali le più importanti da intercettare, perché non solo aumentano il traffico verso il sito web ma intercettano utenti davvero interessati alla propria offerta che – con molta probabilità – andranno a compiere l’azione che si desidera.
Search Intent e SEO: che rapporto c’è
Che rapporto c’è tra Search Intent e SEO? Sono profondamente legate: per posizionarsi su Google, e per intercettare le query che gli utenti digitano (e dunque il loro intento di ricerca), è fondamentale lavorare con la SEO. È questo, infatti, lo strumento più efficace per rendere il proprio sito più visibile sui motori di ricerca ma anche per far atterrare gli utenti quando cercano determinate parole chiave.
Come ottimizzare dunque l’intento di ricerca? Esistono diverse possibilità. La prima è l’ottimizzazione delle meta description: questa deve fornire un’anteprima sintetica di ciò che l’utente troverà nel sito, e deve essere quanto più efficace possibile per invitarlo a cliccare. Successivamente, bisognerà inserire una call to action (invito all’azione): es. acquista ora, prenota il tuo appuntamento. Ma, ancora prima, bisogna studiare la Search Intent utilizzando uno dei tanti programmi che il web mette a disposizione. Molto utili si rivelano:
- Keyword planner: di norma utilizzato per l’individuazione delle keywords da inserire in una campagna marketing, permette di visualizzare il volume di ricerca di specifiche query
- Ubersuggest: per ogni parola chiave, consente di visualizzare il numero di ricerche mensili, la concorrenza stimata nella ricerca organica e nella ricerca a pagamento, e il costo medio per click richiesto da Google
Individuare le query con cui gli utenti arrivano sul proprio sito, o su quello dei competitors, è fondamentale dunque per creare contenuti ottimizzati: in questo modo non solo si migliora il posizionamento del proprio sito, ma si aumentano la possibilità di trasformare un utente in cliente.