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Brand activism: cos’è, come funziona ed esempi

Pubblicato il 29 Marzo 2024

Il brand activism è una strategia di marketing in cui un’azienda decide di assumersi delle responsabilità e di contribuire al bene comune. Tra esempi vincenti e vantaggi, vediamo nel dettaglio come funziona.

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Cos’è il brand activism? Il brand activism (o marketing dell’attivismo) è l’impegno che un’azienda si prende in ambito sociale, sfruttandolo come punto di forza delle proprie tattiche pubblicitarie. Chi fa brand activism mira, quindi, al raggiungimento del bene comune, utilizzandolo come leva della pubblicità online e offline.

L’azienda, quindi, non è più un mero business con lo scopo di fatturare, bensì viene vista come un’entità consapevole di avere un ruolo attivo e partecipativo nella società. Praticare brand activism, pertanto, significa passare da una prospettiva marketing-driven a una society-driven.

Ora che è chiaro cos’è il brand activism passiamo a scoprire dei validi esempi di brand strettamente collegati a questa pratica. Nei prossimi paragrafi vedremo anche come ci si avvicina a questo mondo e quali sono i vantaggi di cui godono le aziende avvezze al brand activism. Partiamo proprio dagli obiettivi del brand activism marketing.

Brand activism marketing: gli obiettivi

Il marketing dell’attivismo di marca mira a promuovere valori sociali, politici o ambientali attraverso le iniziative di un’azienda.

Gli obiettivi includono l’aumento dell’engagement dei consumatori, la costruzione di una reputazione positiva, la differenziazione dal mercato e l’attrazione di una base di consumatori più consapevole e fedele.

Questo approccio può anche generare una maggiore rilevanza culturale e un impatto positivo sulla società, contribuendo alla responsabilità sociale d’impresa. Tuttavia, il marketing dell’attivismo di marca richiede autenticità e coerenza per evitare accuse di opportunismo o greenwashing.

Brand activism marketing: tutti i vantaggi per le attività

Le aziende che abbracciano attività di brand activism possono fare leva su un punto di forza importantissimo: il coinvolgimento. Il brand activism, infatti, può aumentare l’engagement dei consumatori con il marchio, poiché dimostra una condivisione dei valori e delle preoccupazioni della base di clienti. Altro vantaggio è la costruzione della reputazione. Le aziende coinvolte possono figurare come attori responsabili e consapevoli della società. Inoltre, essere un leader nell’attivismo di marca può differenziare un’azienda dalla concorrenza, creando un punto di distinzione nel mercato.

Notevole anche l’avvicinamento di consumatori consapevoli, in quanto le iniziative di attivismo attirano persone inclini a supportare aziende che dimostrano un impegno sociale o ambientale. Partecipare a cause rilevanti per la società può aumentare anche la rilevanza culturale del marchio, mantenendolo al passo con le tendenze e i valori emergenti.

Dimostrare un impegno autentico verso cause importanti può favorire la fidelizzazione dei clienti e aumentare la soddisfazione dei dipendenti. D’altronde, lavorare per un’azienda che si impegna per il bene comune può essere gratificante dal punto di vista personale. Affrontare attivamente questioni sociali o ambientali, infine, può ridurre il rischio di crisi reputazionali.

Esempi vincenti di brand activism

Ben & Jerry’s, azienda statunitense di gelati è uno dei massimi esponenti del brand activism. L’azienda ha affrontato spesso temi come la discriminazione raziale, mettendo in rilievo i popri valori. Con la nuova varietà di gelato lanciata nel 2020, in omaggio a Colin Kaepernick, Ben & Jerry’s celebrò l’impegno dell’ex atleta nel mondo dell’attivismo.

Con questa operazione, il marchio fece ben comprendere quanto era importante per l’intera realtà aziendale il tema supportato. Una parte degli introiti ottenuti dalla vendita dei gelati fu destinata all’organizzazione Know Your Rights Camp, datata 2016, con l’obiettivo di promuovere i diritti delle comunità di discendenza africana. I fondi servirono per incoraggiare l’istruzione, la formazione di nuovi leader e l’auto-valorizzazione.

Anche il brand Gilette, con la campagna “We believe: the best men can be” del 2019, rientra tra i brand più vicini al mondo dell’attivismo. Con tale campagna, infatti, il noto marchio si schierò apertamente contro problemi come la mascolinità tossica e il sessismo. Le visualizzazioni raggiunte dalla pubblicità si aggirarono intorno ai 18 miliardi.

Come si fa brand activism?

Per fare brand activism possono essere usati canali di vario tipo, dai siti web ben ottimizzati SEO alla gestione di canali social. Dalle pubblicità in TV fino a quelle in radio. L’importante, in ogni caso, è avvalersi di contenuti di qualità, come foto e video professionali, così da avvicinare in maniera efficace il pubblico interessato.

Solo attraverso una tattica di content marketing a regola d’arte, infatti, il brand activism può trovare successo in rete e fuori rete. Questo perché le persone vogliono comprendere con precisione l’operato delle aziende coinvolte nell’attivismo.

Se sei interessato a entrare nel mondo del brand activism provvedi subito a due cose:

  • Domandarti se sei veramente spinto dalla voglia di aiutare la società a migliorare;
  • Individuare esperti del settore per ricevere il giusto supporto in ambito pubblicitario.

Contattando aziende come Italiaonline potrai contare su un supporto pubblicitario di qualità e in linea con i tuoi obiettivi aziendali.

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