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Perchè le cantine devono gestire i dati dei clienti

Pubblicato il 26 Aprile 2022

L'Italia è il primo produttore mondiale di vino, nonostante ciò sono ancora poche le cantine che sfruttano il digitale per gestire meglio i clienti

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La cantina è un luogo suggestivo, dove consumatori e produttori possono lasciarsi andare tra racconti, profumi e sensazioni. Ma è anche una vera e propria impresa e, come tale, deve seguire alcune pratiche mirate a produttività e crescita. Questo spazio si presta alla raccolta di dati e informazioni dei clienti, perchè le persone visitano fisicamente le cantine durante tour enogastronomici, ma anche degustazioni o corsi di enologia, sono quindi predisposte a lasciare i propri dati se hanno un vantaggio concreto. Per esempio, in cambio dei contatti può essere utile assicurare un ingresso scontato per il prossimo evento o anche solo la ricezione in anteprima su appuntamenti sul mondo del vino.

Nonostante le opportunità siano davvero tante, sono ancora poche le cantine che non si dedicano in modo professionale e costante alla raccolta e all’analisi di dati. Sono ancora meno quelle che possiedono un CRM che offre uno storico dei clienti, in base al quale proporre offerte mirate. D’altro canto, l’Italia produce circa 45 milioni di ettolitri all’anno e nel 2021 si è confermata il primo produttore mondiale. Le cantine hanno un ampio margine di crescita, ma devono imparare a sfruttare maggiormente gli strumenti tecnologici disponibili oggi sul mercato.

Raccolta dati: i vantaggi per le cantine

L’era digitale offre agli imprenditori tanti strumenti per aumentare le vendite. La prima soluzione a cui fare affidamento è la raccolta dei dati, che oggi è possibile grazie a tanti strumenti digitali. Non solo il CRM, ma anche semplicemente Google Analytics collegato al sito web della cantina può offrire utili indicazioni. Esistono tanti modi per raccogliere informazioni e ordinarle in base ai propri obiettivi di business. Infatti, l’obiettivo è il principio cardine su cui si basa qualsiasi impresa data driven, perchè in base a questo si scelgono le informazioni da acquisire dai clienti, effettivi e potenziali. Una raccolta di questo tipo permette di effettuare azioni di marketing mirate e personalizzate, capaci di generare un alto tasso di conversione.

Enoturismo in Italia: i dati

Le cantine sono luoghi con un ricco potenziale, infatti non solo possono vendere direttamente i propri vini, ma possono anche organizzare tour e degustazioni guidate. Il nostro territorio è famoso a livello internazionale per i prelibati vini, ma anche per la natura e i paesaggi che si snodano davanti alle cantine. L’Enoturismo è un’occasione ghiotta, ma le aziende italiane devono sfruttarla sicuramente meglio.

Ciò è confermato anche dalla società Divinea, che ha creato un report capire quanto oggi è diffusa la prassi di acquisire e organizzare i dati dei clienti nelle cantine italiane, mirati anche all’organizzazione di eventi, oltreché alla vendita di prodotti. Emerge che solo il 22,4% usa un CRM e solo il 26,7% segue il cliente lungo il suo percorso di acquisto. Nonostante ciò, le cantine capiscono l’importanza del digitale, infatti gli investimenti sono aumentati del 55,8% nel 2021 rispetto all’anno precedente. Il report confronta il nostro Paese con mercati internazionali. Per esempio, in Francia il mercato vale doppio rispetto all’Italia, nonostante ci sia un terzo di visite in meno nelle cantine. La Nuova Zelanda riesce a vendere 18 volte più tour e visite in cantina.

Dallo studio Divinea emerge anche che oggi le cantine non hanno una struttura capace di accogliere i visitatori e quelle poche che la possiedono, si limitano a organizzare eventi una tantum. Solitamente propongono la visita e la degustazione di tre o cinque qualità di vino. L’offerta è costante su tutto il territorio italiano, ma dopo il tour solo poche aziende pensano a una strategia per coltivare la relazione col visitatore.

Cantine e vendite online B2C

La pandemia ha comunque modificato l’approccio di tante cantine che prima usavano al minimo i canali di vendita digitale B2C. Mediobanca, a tal proposito, ha calcolato che gli investimenti in e-commerce di vini sono aumentati del 55,8% anche perchè i consumatori sono ormai abituati ad acquistare online anche questi generi: prima del lockdown il 71% degli italiani non aveva mai comprato vino dai siti delle cantine, mentre oggi la percentuale si è ridotta al 64%.

Insomma, la strada da fare è ancora tanta ma grazie alla rivoluzione digitale e ai nuovi scenari, le cantine possono finalmente sfruttare le opportunità offerte da raccolta di dati e nuove tecnologie, come l’e-commerce B2C. Italiaonline si mette a disposizione delle imprese per migliorare la presenza online e la gestione della clientela, offrendo soluzioni digitali su misura e consulenze personalizzate.

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