Pubblicato il 25 Marzo 2020
Decreto Cura Italia: il Governo vara una nuova misura pensata per velocizzare la digitalizzazione e incentivare lo smart working nella PA
Non c’è più tempo da perdere: occorre accelerare la trasformazione digitale e incentivare lo smart working nella Pubblica Amministrazione italiana. Tale emergenza nasce soprattutto in seguito al bisogno di favorire il distanziamento sociale per contenere la diffusione del COVID-19.
In questo contesto, molti dipendenti pubblici, imprenditori e utenti sono costretti a rimanere a casa e, quando possibile, lavorare dentro le mura domestiche. Per facilitare il passaggio dal lavoro d’ufficio a quello smart, il Governo ha inserito apposite misure all’interno del Decreto-legge del 16 marzo 2020, conosciuto come Cura Italia. Tra le diverse iniziative spicca anche la possibilità di acquistare software e servizi digitali senza dover attendere le gare d’appalto. L’obiettivo è semplificare la burocrazia, riuscendo così a gestire i rapporti con cittadini e imprese da remoto grazie a soluzioni digitali.
PA Digitale: le novità del Decreto Cura Italia
Nonostante molte attività della PA possano essere svolte da remoto, sono ancora tante le organizzazioni che non dispongono degli strumenti adeguati ad affrontare questo passaggio. Spesso i dispositivi sono obsoleti, lenti o addirittura tendono a bloccarsi; altre volte i software non sono aggiornati, e quindi non riescono a gestire una grande mole di lavoro. Purtroppo, per acquistare nuove soluzioni tecnologiche occorre affrontare diversi passaggi burocratici, che richiedono spesso lunghe attese prima di vedere la luce.
Il Decreto Cura Italia si focalizza su queste problematiche: l’obiettivo è facilitare e velocizzare l’acquisizione di software pensati per gestire al meglio le procedure di competenza pubblica.
La Ministra dell’Innovazione Paola Pisano è convinta che tale iniziativa darà un nuovo impulso alla trasformazione digitale: “Di fronte all’urgenza che stiamo vivendo in questi giorni le misure introdotte permetteranno di accelerare la modernizzazione della dotazione tecnologica della pubblica amministrazione, consentendo il rapido acquisto di servizi che possano garantire il lavoro agile dei dipendenti e l’erogazione di servizi online per i cittadini e le imprese”.
Cosa prevede il Decreto
Il documento prevede che fino al 31 dicembre 2020 gli enti possano acquistare beni e servizi digitali attraverso un processo facilitato, che non include la gara d’appalto, ma che rispetti comunque le disposizioni delle leggi antimafia. Si fa riferimento in particolare a tutti i servizi digitali che permettono di lavorare in cloud: dai software, ai servizi di hosting, le app e i tool che permettono di gestire da remoto i rapporti tra PA, cittadini e imprese.
Il fornitore del servizio deve essere scelto tra almeno quattro operatori, tra cui deve essere presente almeno una startup e una PMI innovativa. Inoltre, le acquisizioni devono essere attinenti al Piano Triennale della PA e, dove possibile, integrabili con i sistemi digitali già utilizzati, come SPID o PagoPA.
Il procedimento nasce da un periodo di emergenza, tuttavia rappresenta un importante investimento per il futuro, oltre ad accelerare il processo di digitalizzazione, può dare un impulso importante al mercato italiano dell’ITC.