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Advergaming cos’è e come si fa

Pubblicato il 05 Aprile 2022

Il termine advergaming indica una pubblicità sotto forma di videogame: ecco perché e come utilizzarlo per trarne vantaggio per il proprio business e raggiungere il target di riferimento.

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Il termine advergaming indica una pubblicità sotto forma di videogame. In sostanza, sia la linea narrativa che le azioni del gioco sono studiate per veicolare l’immagine e il messaggio del marchio. In altre parole si tratta di un metodo promozionale di nuova generazione che punta forte sull’engagement, ovvero sul coinvolgimento del target. Vediamo quindi come funziona nella pratica questa tecnica di marketing e per quali brand può essere utile.

Come realizzare un advergame

Prima di approfondire il discorso su come si fa un advergame, è opportuno capire se è lo strumento giusto da utilizzare. Gli elementi da analizzare sono i seguenti:

  • Obiettivo
  • Target
  • Risorse disponibili

In particolare, ogni brand dovrebbe legare il proprio messaggio ai tre elementi sopra elencati per individuare gli strumenti di marketing online più giusti. Relativamente al target, per esempio, l’advergaming ha un’audience molto verticale, rispetto alla quale ha tassi di conversione davvero appetibili e interessanti.

In generale, conoscere le proprie buyer personas è fondamentale prima di proporre loro un videogame basato sul tuo brand. Per quanto i videogiochi siano ormai ampiamente usciti dalla nicchia dei teenagers, coinvolgendo fette di pubblico sempre più ampie, non significa necessariamente che il tuo target apprezzi l’abbinamento fra marchio e gioco.

Considera poi l’aspetto tecnologico come elemento primario per l’efficacia dell’advergaming. Sapere se la tua audience utilizza in maggior misura uno smartphone, un tablet, un PC fisso o ancora un visore di AR/VR fa molta differenza in termini di sviluppo del gioco e quindi di budget necessario per l’investimento.

Advergame esempi

La storia dell’advergaming non è così recente come si potrebbe credere. Risalendo a ritroso lungo l’arco temporale, si può dire che già nel 1983 (ovvero quasi 40 anni fa), il marchio Budweiser rilasciò l’antenato degli advergame. Si trattava di un videogioco Arcade, collocato nei pub e nei locali che servivano birra di quel marchio. Gli sviluppatori avevano progettato un gioco, con il logo bene in evidenza, incentrato sul riuscire a servire il maggior numero di boccali di birra.

In tempi molto più recenti, alcuni brand particolarmente legati al mondo ‘young & social’, come quello di Chiara Ferragni, non si sono lasciati sfuggire l’occasione di sperimentare tale strumento.

L’advergame in questione si chiama Rescue Matilda. Lo storyboard è basato su un elemento distintivo del brand, il cane di razza bulldog francese della nota influencer, Matilda appunto, che deve essere salvato attraverso una serie di ostacoli di livello progressivamente più difficile.

La lista di esempi advergaming è davvero lunga e comprende marchi come M&M’s, Coca Cola, Pepsi, Ferrero e Burger King. Fra i tanti è d’obbligo menzionare il gioco pubblicitario forse più famoso e di sicuro uno di quelli che ha incontrato maggiormente il favore del pubblico: l’advergame LEGO. La serie è composta da ben 52 giochi diversi ispirati ai ‘mitici’ mattoncini da costruzione, con temi vari (compresi quelli delle saghe di Star Wars e Harry Potter). Un successo che poi ha avuto modo di replicarsi su altri media, come il cinema e la TV.

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