Pubblicato il 17 Maggio 2024
Il regime de minimis permette agli enti pubblici di erogare fondi alle imprese per supportarle nella crescita, senza essere soggetti all'obbligo di notifica alla Commissione Europea. Scopriamo maggiori informazioni circa questi preziosi aiuti alle organizzazioni, grazie a questa guida.
Il significato di “regime de minimis” fa riferimento ad un regime basato su piccoli aiuti, che non devono essere sottoposti al vaglio della Commissione europea, erogati a favore di piccole imprese.
Molto spesso nei bandi per finanziamenti e agevolazioni alle imprese, infatti, si legge “concesso in regime de minimis”. Una locuzione a cui pochi danno importanza, ma che in realtà è fondamentale per capire se si può inviare la richiesta di finanziamento e se mai verrà accettata.
Passiamo ora a capire meglio cos’è il regime de minimis, come è nato e come può essere sfruttato.
Regime de minimis: origini e storia
Il “regime de minimis” è stato introdotto dall’Unione Europea per permettere allo Stato e alle altre Amministrazioni Pubbliche (Regioni, Camere di Commercio) di supportare la crescita delle aziende, soprattutto PMI, con aiuti economici sostanziosi. L’Unione Europea, infatti, non permette agli Stati Membri di aiutare le imprese con sovvenzioni economiche per non falsare il mercato e la concorrenza.
Questo assunto è ben specificato nell’articolo 87 del Trattato dell’Unione Europea: “Salvo deroghe contemplate nel presente trattato, sono incompatibili con il mercato comune, nella misura in cui incidono sugli scambi tra gli Stati membri, gli aiuti concessi dagli Stati, ovvero mediante risorse statali, sotto qualsiasi forma che, favorendo talune imprese o talune produzioni, falsino o minaccino di falsare la concorrenza.”
Il regime de minimis, quindi, si prefigura come una deroga all’articolo 87, ma è valida solamente per piccoli “aiuti di Stato” che non vanno a incidere sulla regolarità del mercato europeo. Infatti, il limite massimo di fondi ottenuti in regime de minimis è pari a 200.000 euro nell’arco di tre anni. In questa guida, oltre a capire meglio il significato di regime de minimis, indicheremo tutto ciò che c’è da sapere a riguardo.
A cosa serve il regolamento de minimis e quali regole prevede
Gli incentivi statali in favore di imprese o taluni settori specifici non sono ammessi dall’Unione Europea, a meno che non sia la stessa Commissione europea a validare l’aiuto economico.
Il regolamento de minimis serve a regolare le agevolazioni fiscali o i finanziamenti di piccole entità, in modo da non dover aspettare ogni volta il via libera della Commissione europea.
Regime de minimis: quali sono le regole da rispettare
Il regolamento de minimis offre molte libertà agli Stati Membri, ma ci sono alcune regole da rispettare tassativamente.
La più importante riguarda il limite massimo di aiuti economici che un’azienda può ricevere in regime de minimis: 200.000 euro nell’arco di tre esercizi finanziari. Se ad esempio un’impresa ha ottenuto lo scorso anno un incentivo economico pari a 80.000 euro tramite un bando concesso in regime de minimis, vuol dire che per i due anni successivi potrà ottenere finanziamenti da parte dello Stato o da altre amministrazioni pubbliche per un massimo di 120.000 euro.
Un’azienda che risponde al bando di un ministero o di una Regione deve dichiarare quanti aiuto ha già avuto in regime de minimis, mentre l’ente pubblico ha l’obbligo di verificare.
Il limite di 200.000 euro aumenta a 500.000 euro per gli aiuti riconosciuti a compensazione per la fornitura di Servizi di interesse economico generale.
Chi può accedere al regime de minimis
Possono accedere ad aiuti economici in regime de minimis qualsiasi azienda, sia per dimensione, sia per forma.
Sono previste, però, delle eccezioni per quanto riguarda l’erogazione degli aiuti di stato in regime de minimis:
- Per le imprese che svolgono trasporto merci su strada per conto terzi il limite massimo di aiuti in regime de minimis è pari a 100.000 euro;
- Per il settore agricolo (produzione primaria di prodotti agricoli) il limite nel triennio scende a 15.000 euro;
- Per il settore pesca e acquacoltura l’importo massimo nell’arco dei tre anni è di 30.000 euro.
Ecco, quindi, che gli aiuti in regime de minimis prevedono delle limitazioni da tenere di conto e da rispettare, in quanto non seguire le leggi potrebbe portare a inconvenienti non di poco conto.
Regime de minimis: cosa comporta il mancato rispetto delle regole
C’è da sapere che le imprese che ricevono aiuti economici che superano i limiti stabiliti dal regime de minimis possono essere soggette a sanzioni finanziarie. Queste sanzioni possono variare in base alla gravità dell’infrazione e possono includere il recupero degli aiuti illegali, accompagnato da interessi. In secondo luogo, il mancato rispetto delle regole del regime de minimis può comportare conseguenze legali per le autorità nazionali responsabili della concessione degli aiuti.
La Commissione Europea ha il potere di avviare procedure di infrazione nei confronti degli Stati membri che non rispettano le normative europee in materia di aiuti di Stato. Ciò può portare a procedimenti giudiziari che mettono a rischio la reputazione e l’autorevolezza delle istituzioni nazionali coinvolte.
Inoltre, il non rispetto delle regole del regime de minimis può danneggiare le relazioni diplomatiche e politiche tra gli Stati membri e l’Unione Europea. L’Unione Europea ha interesse a garantire che le norme in materia di concorrenza e aiuti di Stato siano rispettate da tutti i suoi membri per mantenere un mercato interno equo e trasparente.
Inoltre, il non rispetto delle regole del regime de minimis può avere ripercussioni sull’economia nel suo complesso e può minare la fiducia dei cittadini nell’Unione Europea e nel suo ruolo di garante dell’equità e della trasparenza nel mercato interno.
Nuovo regime de minimis: aggiornamenti al 1° gennaio 2024
A partire dal 1° gennaio 2024, la Commissione Europea ha adottato un nuovo regolamento che incrementa i massimali degli aiuti de minimis che le imprese possono ricevere in tre anni fiscali.
Il limite è stato aumentato da 200.000 euro a 300.000 euro per gli aiuti generici e da 500.000 euro a 750.000 euro per i servizi di interesse economico generale. Restano fissati a 100.000 euro per il trasporto merci su strada e a 15.000 euro per l’agricoltura. Questi nuovi massimali saranno in vigore fino al 31 dicembre 2026.
L’introduzione di un registro centrale semplificherà l’accesso agli aiuti de minimis. Questa iniziativa mira a sostenere le PMI, offrendo loro maggiori opportunità di finanziamento per investire in innovazione e crescita, particolarmente importante in un periodo di crescente preoccupazione per una possibile stagnazione economica.
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