Pubblicato il 25 Ottobre 2024
Il venture capital è una particolare forma di investimento ad alto rischio che aiuta le startup e le aziende innovative a crescere. Scopriamo nel dettaglio di cosa si tratta, come funziona e quali sono i punti di forza e di rischio.
Il mondo imprenditoriale è fatto di scommesse, rischi, sfide che spesso si rivelano completi buchi nell’acqua, ma che, in altre occasioni si trasformano in veri e propri successi, capaci di generare importanti ritorni economici. In questo contesto, una delle azioni più rischiose è svolta dai venture capitalist.
Queste figure, con la nascita e diffusione delle startup, sono sempre più importanti. Si tratta di investitori che scommettono sul successo di un’azienda, finanziandone la crescita in cambio di quote societarie.
In quest’ottica, rientra il concetto di venture capital, ossia un investimento ad alto rischio, riservato soprattutto a imprese giovani, che non hanno ancora una presenza forte sul mercato e che hanno difficoltà nell’accedere alle fonti di finanziamento classiche.
Molte startup si rivolgono a questo tipo di investitori, magari dopo essersi affidate ad un incubatore, ovvero un organismo che ha il compito di preparare l’azienda a competere sul mercato di riferimento. Se l’idea è buona e la startup dimostra di avere delle potenzialità per emergere, è più facile entrare in un programma di venture capital.
Ma come fanno questi organismi ad avere il capitale da investire e come viene gestita la collaborazione con le aziende? Scopriamo meglio cos’è il venture capital e quali sono le sue caratteristiche.
Venture capital: cosa fanno
Qual è il significato di venture capital? I venture capital sono fondi di investimento che finanziano i progetti che ritengono più interessanti e con i maggiori margini di crescita.
Per startup e aziende innovative in cerca di fondi, i venture capital sono una valida alternativa ai bandi nazionali e alle fonti di credito tradizionali: il prezzo da pagare è la cessione di una quota della società.
Per i venture capital investire in una piccola startup con un’idea rivoluzionaria è vantaggioso: il rischio è minimo e nel caso in cui l’idea si rivela vincente il guadagno è assicurato. L’obiettivo, infatti, è monetizzare l’investimento durante la fase di exit, ossia quando si decide di vendere le azioni dell’azienda a un prezzo triplo o quadruplo rispetto a quanto investito.
Ora che è chiaro cos’è il venture capital cerchiamo di capire la parte economica. Ad esempio, da dove arrivano i soldi dei venture capital? La risposta è semplice: da finanziatori esterni, solitamente entità pubbliche ben riconoscibili come fondazioni bancarie, enti pubblici e previdenziali e assicurazione.
Dopo aver raggiunto il budget definito nel business plan iniziale, chi gestisce il venture capital (che possono essere sia persone che hanno investito nel fondo, sia dipendenti assunti appositamente per questo scopo) si impegna a reinvestire i fondi ottenuti, precisando quali sono i suoi interessi: può operare in base al settore, al tipo di società o al suo valore futuro.
In Europa, i venture capital intervengono soprattutto durante le prime fasi di vita delle aziende, e solitamente l’intervento dura al massimo sei anni, periodo di tempo in cui investono e partecipano attivamente alle strategie di business.
In alcuni casi, oltre alle risorse economiche, propongono anche alcuni servizi alle nuove aziende. Questi sono spesso offerti grazie alla collaborazione di incubatori d’impresa, organismi che preparano la startup ad operare nel mercato. I tre aspetti principali che persuadono i venture capital a investire su un progetto sono tre: un prodotto o servizio competitivo, mercato di riferimento ampio e una squadra di lavoro competente e solida.
Se i vantaggi di chiedere aiuto a un venture capital sono tanti, dall’altra parte ci sono anche degli svantaggi da tenere in considerazione. Come abbiamo già spiegato, in cambio del capitale investito, i dirigenti del venture capital acquisiscono quote dell’azienda e possono richiedere la presenza attiva nel direttivo, anche se per un periodo limitato nel tempo. Quindi, da una parte investono e sostengono il progetto, ma dall’altra, quando entrano nella società, acquisiscono un ruolo decisionale.
Chi sono i venture capitalist?
Su cosa si fonda un venture capital? In primis sui fondi investiti dalle entità pubbliche, ma anche sui venture capitalist, ossia i professionisti impegnati nel reperimento di aziende su cui investire.
Ecco, quindi, che il significato di venture capitalist corrisponde a personaggi con un enorme bagaglio di esperienze e competenze alle spalle, oltre a uno spiccato intuito e senso per gli affari. Solitamente investono in startup e progetti innovativi, che potrebbero davvero influenzare le sorti del mercato.
A questo punto è chiaro chi sono i venture capitalist e quali sono le loro caratteristiche. Per comprendere meglio la loro enorme importanza potremmo citarne alcuni: Jim Goetz, venture capitalist di nota fama, membro della società di venture capital Sequoia Capital. È stato uno dei primi a credere in WhatsApp, quando era ancora una piccola app di messaggistica e non era ancora stata acquisita da Facebook. Il suo nome impersonifica la definizione di venture capitalist!
Altro nominativo da citare quando si parla di venture capital è Peter Fenton, che ha creduto in Twitter (ora X) quando ancora aveva 25 dipendenti, mettendo a disposizione le risorse necessarie per farlo diventare uno dei principali social network al mondo.
Insomma, questi personaggi, spesso poco conosciuti, hanno un ruolo importante nella società: è anche grazie a loro che alcune delle app e dei servizi che utilizziamo tutti i giorni hanno raggiunto l’apice del successo.
Insomma, il venture capital è un’opportunità per i progetti più innovativi e originali, per chi crede nella propria idea ma che non ha a disposizione le risorse necessarie per realizzarla.
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