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Woke washing: cos’è, rischi e come evitarlo

Pubblicato il 26 Luglio 2024

Il wokewashing è quel fenomeno in cui i brand sfruttano temi di attualità mostrando un improvviso attivismo nei confronti degli stessi, per trarne profitti economici o dissimulare delle scorrette politiche aziendali. Scopriamo i rischi di questa pratica e di come evitarla.

Contenuto:

Il termine “woke washing” si riferisce ad un “lavaggio di coscienza” in ambito business. Il woke washing include delle strategie di marketing che sfruttano temi sociali caldi, per fingersi dalla parte dei più deboli o di coloro che hanno a cuore quella determinata problematica sociale.

Dal greenwashing, al pinkwashing, fino al rainbow washing, sono tanti i “lavaggi” che possono avvenire nel marketing e che fanno parte della categoria “brand washing”. Il significato però cambia quando si parla di “woke-washing”. Scopriamo maggiori informazioni su questo termine tanto chiacchierato e temuto all’interno delle aziende.

Woke washing: definizione e confronto con fenomeni simili

Il termine “woke washing” si riferisce alla pratica di un’azienda o di un’organizzazione di adottare superficialmente temi sociali o politici progressisti, come la diversità, l’inclusione o altre questioni di giustizia sociale, al fine di migliorare la propria immagine pubblica senza un vero impegno sostanziale verso quei principi. D’altronde “woke”, un’espressione colloquiale che indica una consapevolezza sociale o politica riguardo alle ingiustizie sistemiche.

Per capire bene la differenza con gli altri fenomeni similari, è bene delucidare il fatto che:

  • Il greenwashing riferisce alla pratica di promuovere un’immagine aziendale ecologica o “green” attraverso tecniche di marketing, anche se l’azienda non ha un reale impegno per ridurre l’impatto ambientale dei propri prodotti o operazioni;
  • Il pinkwashing si verifica quando un’azienda o un’organizzazione utilizza la sensibilizzazione riguardo la causa LGBTQ+ per migliorare la propria immagine, senza un autentico impegno o supporto;
  • Il rainbow washing si riferisce alla pratica di utilizzare simboli o immagini dell’arcobaleno (che sono spesso associati alla comunità LGBTQ+) a fini di marketing. È quindi una forma specifica di pinkwashing che si concentra sull’utilizzo dell’immagine dell’arcobaleno.

Tutti i rischi del woke washing

Se sei a capo di una PMI o se sei un libero professionista che desidera proteggere l’autorevolezza e la credibilità del proprio brand, è bene che tu sappia che il woke washing comporta diversi rischi.

Eccone alcuni:

  • Perdita di credibilità: quando un’azienda adotta temi sociali senza un impegno genuino, rischia di essere percepita come opportunista e di perdere la fiducia di consumatori e dei dipendenti;
  • Critiche da parte delle comunità coinvolte: le comunità e i gruppi che sono effettivamente coinvolti nelle questioni sociali adottate dall’azienda possono criticare il woke washing come un tentativo di sfruttare le loro cause per fini commerciali senza un vero sostegno;
  • Perdita di focus: il woke washing può distogliere l’attenzione dalle vere questioni sociali e dal cambiamento sostanziale, concentrando invece l’attenzione sull’immagine superficiale e sul marketing;
  • Impatto negativo sui dipendenti: i dipendenti possono percepire il woke washing come una mancanza di autenticità da parte dell’azienda, compromettendo l’engagement e il morale interno;
  • Migrazione dei talenti: davanti a pratiche di woke washing molti talenti possono scoraggiarsi fino a desistere nell’inviare candidature e insistere per entrare in quella determinata realtà aziendale.

Insomma, oltre a danneggiare l’immagine del marchio, il woke washing può minare la fiducia del pubblico e delle comunità interessate, compromettendo a lungo termine la reputazione e l’integrità aziendale.

Come evitare il fenomeno del woke washing?

Se quanto premesso ti ha toccato particolarmente e sei alla ricerca di soluzioni per evitare il fenomeno del woke washing all’interno del tuo contesto aziendale, continua a leggere.

Prima di tutto, per evitare il fenomeno del woke washing è necessario avere un approccio genuino e autentico nell’adozione di temi sociali e di giustizia sia internamente che esternamente. Quindi sia all’interno dell’organizzazione aziendale che nelle proprie strategie di pubblicità online e pubblicità fuori casa.

Prima di adottare un tema sociale, le aziende devono esaminare attentamente se il loro impegno è autentico e genuino. Solo a quel punto potranno trattarlo e diffonderlo sui vari canali come social network, sito web aziendale, etc. Questo implica un’analisi interna delle politiche aziendali, delle pratiche di lavoro, e dell’atteggiamento verso la diversità, l’inclusione e altre questioni sociali. Le aziende, inoltre, dovrebbero coinvolgere attivamente le comunità e i gruppi interessati nella definizione delle loro iniziative sociali.

Altro aspetto da tenere a mente, è l’ascolto attivo. Le aziende devono essere disposte a ricevere feedback critici e ad adattare le proprie politiche e pratiche in base a tali feedback.

Infine, è essenziale investire in educazione e formazione per i dipendenti sulle varie questioni affrontate. Questo può contribuire a una cultura aziendale più consapevole e impegnata, riducendo il rischio di trattare temi in maniera superficiale.

Evitare il woke washing richiede un approccio olistico e consapevole verso l’integrazione di temi sociali nelle strategie aziendali e nelle tattiche di marketing.

L’autenticità, la trasparenza e il coinvolgimento delle parti interessate, inoltre, sono fondamentali nelle strategie pubblicitarie e noi di Italiaonline siamo a tua completa disposizione per aiutarti a costruire un impegno credibile e sostenibile verso la giustizia sociale.

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