Proseguiamo Ore 18, il nostro spazio che lanciamo alle 18, un’ora cruciale di bollettino della giornata trascorsa, in particolare in questo periodo in cui tutti stiamo fronteggiando l’emergenza Coronavirus. Anche alle 18, noi di Italiaonline rimaniamo aperti virtualmente a tutto il Paese. E anche se #iorestoacasa, noi continuiamo a essere come prima operativi e vicini ai nostri clienti.
Oggi ci teniamo a parlare di un fenomeno purtroppo non in calo e che, anzi, potrebbe aumentare a causa del lockdown, ossia la violenza domestica sulle donne. Non poter ad esempio portare i figli a scuola o comunque uscire se non per lo stretto necessario è per le donne a rischio di violenza una grave limitazione. Diminuisce per loro la possibilità di chiedere aiuto e di denunciare chi le molesta: tant’è che la procuratrice Maria Letizia Mannella, a capo del pool fasce deboli di Milano, ha sottolineato un calo delle denunce per maltrattamenti, precisando di basarsi al momento sull’esperienza, ma che “le convivenze forzate con i compagni, mariti e con i figli, in questo periodo, scoraggiano le donne dal telefonare o recarsi personalmente dalle forze dell’ordine”. E i dati, purtroppo, stanno arrivando e per ora confermano il calo: le chiamate al 1522, il numero nazionale antiviolenza rilanciato dalla ministra per le Pari opportunità Elena Bonetti in queste giornate di permanenza forzata a casa, sono nettamente diminuite: se infatti nella settimana 8-15 marzo del 2019 le chiamate al 1522 sono state 1.104, nella settimana 8-15 marzo di lockdown appena trascorsa, le telefonate sono state 496 (-55%).
Con inoltre parecchie sedi di centri antiviolenza chiuse per le nuove regole sull’emergenza coronavirus, diventano ancora più importanti internet e il digitale. Non soltanto numeri di telefono, ma indirizzi mail e richieste di contatto da compilare online come per la rete Di.Re, che riunisce 80 centri antiviolenza in tutta Italia, che si sono organizzati per rispondere all’emergenza COVID-19 e alle disposizioni emanate dal Governo con l’istituzione della zona rossa a livello nazionale, in modo da non lasciare sola nessuna donna che abbia bisogno di aiuto. Lo ha ribadito con forza la presidente Di.Re Antonella Veltri, rinnovando l’invito a rivolgersi ai centri della rete.
Naturalmente, anche il 1522 e i servizi collegati al numero nazionale anti violenza e stalking, hanno valide alternative alla telefonata: sul sito del Telefono Rosa, sempre gestito dal 1522, si trovano anche la mail e la form per contatti da compilare con i propri dati. Nella home page del sito del 1522 c’è anche la possibilità di chattare direttamente con un’operatrice, grazie a una finestrella che si apre direttamente a fianco della pagina. La chat del 1522 garantisce il totale anonimato delle conversazioni.
I servizi per aiutare le donne che subiscono violenza non chiudono e non è certo il virus a fermarli.
Il digitale serve anche a dire, tutti insieme: “Non sei sola”.